Ipotesi tranche unica per i lavoratori. Per finanziare il taglio degli oneri che pesano sul lavoro si pensa anche al ricorso alla prima tranche di risparmi attesi dalla spending review
Una dote da 2 miliardi ai sindaci per ridurre il peso della nuova service tax sulle abitazioni principali. Unpianoda 4-5 miliardi per tagliare dal prossimo anno il cuneo fiscale, attraverso un intervento che calibrerà i benefici sia sul fronte delle imprese sia su quello dei lavoratori, con ripartizione tuttora dadefinire. Per questi ultimi il Governo sta ragionandosull’ipotesi di concentrare il taglio in una o due scadenze, così da evitare che il beneficio si disperdasedistribuito supiù mensilità. Stando alle ultime indicazioni, la misurasarà inseritanella legge di stabilità la cui approvazione da parte del Consiglio dei ministri è prevista per martedì 15 ottobre, al ritorno del titolare dell’Economia, Fabrizio Saccomanni dall’Ecofin di Lussemburgo.
Tempi serrati, dunque. Per finanziare il taglio degli oneri chepesano sul lavoro si pensa a una copertura mista, che vede in primo piano il ricorso alla prima tranche di risparmi attesi dalla «spending review». Sarà il neocommissario Carlo Cottarelli, il cui mandato prenderà avvio il prossimo 23 ottobre, a definire nel dettaglio la griglia dei tagli. È la strada maestra – haconfermato Saccomanni- per ridurre la pressione fiscale. Lo stesso Cottarelli ha annunciato che l’obiettivo della spending review sarà di superare la prassi dei tagli lineari. Risparmi mirati e selettivi, dunque, i cui effetti saranno spalmati su un orizzonte temporale almeno triennale, da accompagnare alla revisione delle «tax expenditures» e degli incentivi alle imprese, al momento quotati sui 400 milioni di euro ma la cui dote potrebbe crescere ulteriormente. In tema di revisioni, la legge di stabilità potrebbe avviare anche il cantiere sui ticket sanitari prevedendo comunqueunasterilizzazione solo parziale della maggiorazione da 2 miliardi complessiva che dovrebbe scattare dal 1?gennaio prossimo.
Accantoal tagliodel cuneo, l’ipotesi cui sta lavorando il governo è di avviare il percorso per il reddito minimo, quale forma di protezione per chi perde il lavoro. Dopo la tre giorni di incontri con le parti sociali (lunedì i sindacati, martedì Confindustria e mercoledì Rete imprese Italia), il Governo tirerà le fila conunpossibile primo giro di tavolo sulla ex Finanzairia per il 2014.
Nelle ultime ore, inoltre, a palazzo Chigi e all’Economia si rafforza l’idea di far viaggiare in parallelo la legge di stabilità e la manovracorrettiva da 1,6 miliardi da varare con un apposito decreto anch’esso a metà ottobre. Un provvedimento d’urgenza con un capitolo ad hoc anche sulle spese inderogabili per oltre 600 milioni di cui 330 per la Cig in deroga e 210 milioni per il fondo immigrazione.
Solo da novembre l’esecutivo affronterà la cancellazione della rata di dicembre dell’Imu che si avvia, soprattutto alla luce dell’alto costo per l’Erario (2,4 miliardi), ad essere selettiva e non per tutti: si punterebbe a ridurre il costo dell’operazione almeno di un miliardo sia allargando la platea dei soggetti che hanno pagato la prima rata sull abitazioni principali sia riducendo l’esenzione su terreni e beni agricoli.
Il superamento dell’Imu dal 2014, invece, passerà per un’imposizione sugli immobili e sui servizi che formalmente viaggeranno sotto una sola voce della service tax ma nella sostanza seguiranno binari (rifiuti e servizi) differenti. Non solo. L’arrivo della service tax, come detto, potrebbe essere accompagnato da un trasferimento ai comuni di 2 miliardi di euro che i sindaci potranno utilizzare per ridurre il carico fiscale sull’abitazione principale che nel 2012 era di 4 miliadi di euro.
Lanuova Tassa sui servizi indivisibili (illuminazione, polizia municipale, arredo urbano e manutenzione dei giardini pubblici), ad esempio, che si affiancherà alla nuova Tares sul fronte rifiuti, verrà pagata da tutti gli immobili (uffici, negozi, capannoni, aree coperte, comprese quelle fabbricabili) e nonsolo dalle abitazioni principali. Il Comune, nelrispetto della sua autonomia impositiva, potrà comunque decidere di azzerare il prelievo sulla prima casa, sia utilizzando la quota spettante dei 2 miliardi di trasferimenti sia scaricando il peso fiscale su immobili non residenziali, seconde e terze case e sugli alloggi affittati. In questo ultimo caso addossandone solo una quota agli inquilini che potrebbe andare dal 10 al 30percento . NeipianidelGoverno, la Tasiavràun’aliquota basedello 0,3 per mille calcolato sul valore catastale (o 30 centesimi al mq), ma potrà essere aumentata dai Comuni fino a un livello tale da incassare la stessa somma che sarebbe entrata nelle casse locali portando l’Imu sulla prima casa ad aliquota massima (oggi è il 6 per mille).
Il Sole 24 Ore – 6 ottobre 2013