Repubblica. È la grande urgenza del Paese, il fardello che pesa sul potere d’acquisto delle famiglie, fa calare la fiducia, ridurre i consumi. È la morsa tra inflazione e salari impoveriti, che erode le buste paga, fa crescere la povertà. È il tema su cui Mario Draghi martedì aprirà il confronto con i sindacati, con l’obiettivo di costruire risposte condivise da tutti, parti sociali, la fibrillante maggioranza e anche l’opposizione. A partire da un metodo, ispirato al patto Ciampi del 1993. E da diverse linee di intervento, con l’orizzonte finale della legge di bilancio. Sul fronte lavoro: salario minimo, rinnovi contrattuali, taglio del cuneo fiscale, insieme alla conferma del reddito di cittadinanza. Sul fronte dei rincari energetici: un decreto a luglio, con un nuovo taglio della benzina e misure fino a 8 miliardi, mentre prosegue il pressing per interventi europei, su tutti un price cap sul gas.
Quattro milioni di lavoratori dipendenti guadagnano meno di 12mila euro l’anno, 5,6 milioni di italiani — 1,3 sono bambini — sono sotto la soglia di povertà assoluta. Basterebbero questi due dati diffusi dall’Istat e relativi al 2021 a fotografare le grandi emergenze del Paese. Ma, denuncia Coldiretti, oggi il quadro è aggravato dagli effetti della guerra in Ucraina: 2,6 milioni di persone devono chiedere aiuto per mangiare. È una realtà che pesa soprattutto al Sud, vede in affanno i giovani, penalizza le donne. Ma non risparmia il Nord. Perché l’inflazione oltre l’8% “mangia” i risparmi: in tutto il Paese, sostiene la Cgia, il caro vita avrebbe eroso 92,1 miliardi su 1.152 miliardi depositati sui conti correnti, «18 volte di più del prelievo forzoso del 6 per mille di Amato».
Sul potere d’acquisto degli italiani, assicurano a Palazzo Chigi, si intende intervenire. Con l’obiettivo anche di lanciare un messaggio di fiducia, per evitare una contrazione dei consumi che avrebbe un effetto negativo su un’economia che finora non si è fermata. Draghi, con i ministri Andrea Orlando, Daniele Franco e Renato Brunetta, aprirà martedì il “cantiere” su sociale e lavoro a partire dal confronto con Cgil, Cisl e Uil. Poi saranno convocate le imprese. Tre le direttrici principali. I rinnovi contrattuali, da stimolare per avere effetti benefici sulle buste paga. Il salario minimo, a partire dalla proposta che il ministro del Lavoro porterà al tavolo: una norma per fissare come riferimento di ogni settore lo stipendio minimo dei contratti più rappresentativi. E il taglio del cuneo fiscale, per il quale bisognerà trovare le risorse in manovra. Il tutto con un grande vincolo di fondo: stare attenti, sottolineano dal governo, a non alimentare una spirale prezzi-salari che sarebbe anticamera di un’inflazione strutturale.
A fine luglio arriverà intanto un nuovo decreto Aiuti, con la prorogadei crediti d’imposta energetici per le imprese e il rinnovo degli sconti sulla benzina per tutta l’estate. Il governo può usare un extragettito di circa 8 miliardi, dunque c’è spazio per altre misure. Ma i fondi potrebbero essere spesi solo in parte, perché si dovrà intervenire ancora contro l’inflazione. Ed è una responsabilità, questa, a cui Draghi richiama l’intera maggioranza. Con segnali al M5s, su temi come salario minimo e Reddito, ma anche alla Lega, con il taglio del cuneo e — se ne dovrà parlare — le pensioni.