E’ tempo di metter mano alla legge Fornero e di ridiscutere la riforma delle pensioni varata dall’allora governo Monti. Cgil, Cisl e Uil, che sul tema fanno fronte comune, hanno chiesto un incontro a Giuliano Poletti, ministro del Lavoro, con una lettera firmata dai tre leader sindacali Camusso, Furlan e Barbagallo.
L’obiettivo è quello «di conoscere le intenzioni del governo», proporre la piattaforma unitaria elaborata sulla previdenza e «porre rimedio alle gravissime ripercussioni sociali » create dal piano Fornero.
La piattaforma di cui si parla nel messaggio, in realtà, è pronta dalla scorsa primavera e comprende due punti: fisco e previdenza (ma sul primo punto la Cisl ha elaborato anche un suo progetto di legge d’iniziativa popolare). Fino ad oggi il governo non l’ha mai presa in considerazione, ma negli ultimi tempi sono arrivati segnali d’apertura sul tema, anche perché la riforma Fornero fu varata in tempi record quando l’Italia era strangolata dallo spread. Ora se ne potrebbe riparlare: lo ha fatto capire qualche settimana fa lo stesso ministro Poletti, pur limitandosi a considerare «l’introduzione di uno strumento flessibile che aiuti le persone a raggiungere i requisiti».
Fulcro della questione è l’innalzamento dell’età pensionabile introdotto dal governo Monti: è da lì e dagli esodati che partono «le gravissime ripercussioni » ricordate dal sindacato che – su questo tema – ha ritrovato unità e posizione critica di fronte al governo. La legge Fornero prevede che, a regime, uomini e donne vadano in pensione a 67 anni. Un tetto che – se inamovibile – potrebbe creare qualche rigidità di troppo anche al decollo del Jobs Act, sul quale punta il governo Renzi.
La piattaforma unitaria del sindacato propone «il ripristino di meccanismi di flessibilità nell’accesso alla pensione a partire dall’età minima di 62 anni» o «la possibilità di combinare età e contributi». Ma il documento chiede di rimetter mano anche alle norme sui lavori usuranti e di eliminare le penalizzazioni sull’assegno per chi ha meno di 62 anni d’età, ma accumula contributi da 41/42 anni. Un capitolo a parte riguarda la tutela dei giovani: Cgil, Cisl e Uil chiedono di ripensare alla gestione separata Inps e di «inserire correttivi sul sistema contributivo » in modo da garantire «un assegno adeguato a chi svolge lavori saltuari, con retribuzioni basse o è entrato tardi nel mercato ».
La piattaforma dei sindacati piace molto a Cesare Damiano, Pd, presidente della Commissione Lavoro alla Camera («il capitolo va riaperto») e non piace a Benedetto Della Vedova, ora di Scelta Civica, sottosegretario agli Esteri («cancellare la Fornero è demagogia»). Ma la stessa Scelta Civica, che frena sulle modifiche delle pensioni, spinge invece sulla riforma fiscale: «Stiamo andando talmente piano e male da far sembrare credibili le boiate di Salvini», ha detto Enrico Zanetti, segretario del partito di Monti e sottosegretario all’Economia. «Roba che neanche il mago Silvan».
Pensioni, i sindacati chiedono un incontro a Poletti sulla riforma Fornero “per porre rimedio alle gravissime ripercussioni“
Camusso, Furlan e Barbagallo scrivono al titolare del Lavoro chiedendo di valutare una proposta comune “per porre rimedio alle gravissime ripercussioni” generate dalla normativa sulla previdenza
MILANO – A due anni ormai compiuti la riforma delle pensioni firmata dal ministro Fornero continua a far parlare di sé. Tanto che i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil hanno scritto una lettera (firmata dai segretari generali) al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, nella quale chiedono “un incontro per conoscere le intenzioni del Governo e proporre i contenuti della proposta del sindacato” sulle pensioni al fine di “porre rimedio alle gravissime ripercussioni” della Fornero.
Cgil, Cisl e Uil, si scrive, “hanno elaborato una piattaforma per il cambiamento della normativa previdenziale a partire dalla flessibilità per l’accesso alla pensione con l’attenzione alle diverse tipologie di lavoro, il futuro pensionistico dei giovani e dei lavoratori discontinui” e chiedono al governo un incontro sul tema.
I segretari generali delle tre confederazioni sindacali Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo – si legge in una nota – scrivono al ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali proprio per richiedere “un incontro per conoscere le intenzioni del Governo e proporre i contenuti della proposta del sindacato”.
I tre ricordano al ministro di aver “più volte, anche recentemente, sottolineato l’esigenza di porre rimedio alle gravissime ripercussioni sociali conseguenti all’aumento di anni per accedere alla pensione introdotti dalla legge Monti – Fornero”. I sindacati quindi puntano il dito contro “l’aumento di anni per accedere alla pensione”, chiedendo di aprire alla possibilità di uscire prima. Non solo, vengono anche messe al centro le situazioni ritenute più critiche legate ai diversi tipi di mestieri – “il pensiero va a quelli usuranti” – e alle categorie che fanno più difficoltà a mettere insieme anni di contributi a causa di un lavoro saltuario.
Repubblica – 1 marzo 2015