Entro oggi, massimo domani, dovrebbe arrivare l’esito microbiologico del quarto potenziale caso di paziente affetto dal virus H1N1(meglio conosciuto come influenza suina). Di quattro casi gestiti dalla rianimazione, per le complicanze provocate da questo virus, resta in condizioni assai critiche una paziente con una situazione di grave malattia pregressa che l’ha resa vulnerabile a questo tipo di influenza.
Che colpisce duro. Nonostante infatti gli altri due pazienti non presentassero particolari fattori di rischio, nemmeno a livello di età ana-grafica, si sono resi necessari l’intubazione, lo svezzamento dalla pratica invasiva e la ventilazione assistita per ripristinare il circolo respiratorio spontaneo. A fronte dell’epidemia influenzale non ancora pandemica (il picco è atteso per febbraio), la dirigenza Usi e la direzione medica di ospedale, hanno lanciato l’ultimo appello per richiamare i cittadini, primi fra tutti soggetti di categorie a rischio e personale d’assistenza sanitaria e privata, alla necessità di farsi vaccinare. Il vaccino è formulato anche per proteggere dal virus INI, estremamente diffusivo e tutt’altro che indolore. I posti letto in rianimazione sono sette e risultano confinati, secondo i criteri di sicurezza, per evitare contagi all’esterno. L’unità operativa che ha assommato alcune centinaia di ri coveri nell’ultimo anno di attività, funge da punto di riferimento fondamentale, sia dal punto di vista tecnologico che di risorse umane, per altri reparti, internistici e chirurgici. Ai primi offre una sponda per la gestione delle criticità fra pazienti anziani o defedati che necessitano di un’assistenza con standard particolari che solo l’unità intensiva può garantire. Ai secondi propone la fase di monitoraggio e osservazione per pazienti fragili che abbiano subito l’intervento chirurgico
Il Corriere delle Alpi – 13 gennaio 2015