Benefici limitati. Gli introiti dal contrasto all’evasione fiscale vanno considerati al netto delle attività di recupero svolte da Regioni, Province e Comuni
Sarà un unico fondo «per la riduzione della pressione fiscale», alimentato da due rubinetti: spending review e lotta all’evasione. Un fondo che parte però svuotato e per il prossimo anno sono già a rischio 2-2,5 miliardi (si veda «Il Sole-24 Ore» di ieri).
Questo perché la norma contenuta nel Ddl stabilità – che prova a dare attuazione all’appello unitario delle parti sociali di un intervento strutturale e automatico sul cuneo – ha sì istituito presso il ministero dell’Economia il fondo “taglia tasse”. Ma lo ha subito gravato di pesanti “ipoteche”, da ultimo il rigore di bilancio. Dal 2014 infatti, secondo la norma, potranno confluire nel fondo i risparmi derivanti dalla razionalizzazione della spesa pubblica. Ma «al netto della quota già considerata» nella stabilità (commi da 285 a 288) e delle risorse «da destinare a programmi finalizzati al conseguimento di esigenze prioritarie di equità sociale e ad impegni inderogabili». Su questo giornale è stato già ampiamente evidenziato il peso di queste “ipoteche” (dal piano Cottarelli ci si attendono 32 miliardi nel 2016, ma già nella manovra si congelano 3,6 miliardi nel 2015 e 8,3 nel 2016).
C’è poi il secondo rubinetto, cioè gli introiti dall’attività di contrasto all’evasione fiscale. Secondo la norma per il biennio 2014-2015 potrà essere dirottato al fondo «l’ammontare di fondi che, in sede di nota di aggiornamento al Def, il documento di economia e finanza, si stima di incassare quali maggiori entrate rispetto alle previsioni iscritte in bilancio dell’esercizio in corso». Ma anche qui le somme arriveranno «al netto delle attività di recupero fiscale svolta da regioni, province e comuni». A decorrere dal 2016 si segue lo stesso iter: vanno al fondo i maggiori introiti incassati rispetto all’anno precedente derivanti dalla lotta all’evasione sempre al netto di quelli derivanti dall’attività di recupero fiscale svolta da regioni, province e comuni. Probabilmente per questo nella norma istitutiva del fondo “taglia tasse” è stato inserito un ulteriore comma che prevede come per il 2014 possano confluire al fondo pure i proventi derivanti da misure di contrasto all’evasione (purché, però, non computate ai fini di finanza pubblica). Ma serviranno per aumentare le deduzioni Irap e le detrazioni Irpef per imprese e lavoratori (per questo caso non si fa più riferimento alle detrazioni per redditi di pensione). E inoltre l’automatismo viene meno visto che i soldi potranno andare al fondo solo dopo l’emanazione di un apposito Dpcm.
Le risorse che arriveranno al fondo saranno utilizzate «in ugual misura», e cioè al 50%, per ridurre la pressione fiscale sulle imprese (in termini di aumenti delle deduzioni) e per il restante 50% sui lavoratori (con la crescita delle detrazioni). Ma le attività produttive dovranno dividere la propria quota anche con professionisti e piccole aziende con meno di 181mila euro di valore della produzione. La quota spettante ai lavoratori sarà invece divisa con i pensionati.
Secondo la struttura del fondo disegnata dal Governo il Def dovrà recare l’indicazione del recupero di evasione fiscale registrato nell’anno precedente, dei risparmi di spesa e delle maggiori entrate rispetto all’anno precedente e di quelli previsti fino alla fine dell’anno in corso (e per i successivi). La nota di aggiornamento dovrà contenere una valutazione dell’andamento della spesa primaria corrente e degli incassi derivanti dall’attività di lotta all’evasione fiscale rispetto alle previsioni di bilancio dell’anno in corso. Toccherà poi alla legge di stabilità, sentite le parti sociali, dettare gli interventi di miglioramento degli strumenti di contrasto all’evasione fiscale e di razionalizzazione della spesa. In sede di stabilità potranno anche essere definiti nuovi importi delle deduzioni e detrazioni; e pure le modalità di applicazione delle stesse deduzioni e detrazioni da parte dei sostituti d’imposta e delle imprese. Il tutto però dovrà garantire la neutralità degli effetti sui saldi di finanza pubblica.
Il Sole 24 Ore – 21 dicembre 2013