L’utilizzo di falsa etichettatura allo scopo di trarne un vantaggio economico potrebbe presto essere considerato frode alimentare nel diritto dell’Ue. Commissione e membri del Parlamento europeo sembrano aver raggiunto un accordo su questo punto. Il fatto che nei regolamenti Ue non esista una chiara definizione di frode alimentare è stato evidenziato nel corso di una audizione parlamentare sul recente scandalo della carne di cavallo. Esther de Lange europarlamentare olandese del PPE che sta scrivendo una relazione proprio sull’ “horsegate” ritiene di fondamentale importanza la definizione di frode alimentare all’interno della normativa Ue.
A suo avviso, infatti, è sempre più pressante il bisogno di riacquisire la fiducia dei cittadini e consumatori dell’UE, fortemente minata da episodi di questo tipo.
Parlando a nome della Commissione europea, Eric Poudelet, Direttore dell’Unità “Sicurezza della catena alimentare” ha ammesso che tale definizione nell’attuale legislazione Ue è effettivamente molto vaga. Il regolamento (Ce) 178/2002 mira piuttosto a prevenire le pratiche scorrette che possono indurre in errore il consumatore attraverso l’etichettatura, ma non contiene la definizione di frode alimentare. “Su questo stiamo lavorando” – ha concluso Poudelet.
La De Lange ritiene che il regolamento (Ce) 178/2002 si concentri prevalentemente sulla sicurezza alimentare perché al momento della stesura vi era grande preoccupazione a seguito della crisi della BSE. Ora però, fermo restando che la sicurezza alimentare debba rimanere al primo posto, servono anche nuove leggi in grado di reprimere le frodi alimentari. Secondo l’On. De Lange, è necessario in primo luogo avere una definizione a livello dell’UE di frode alimentare, che si contraddistingue per la presenza di due elementi fondamentali: la volontà del soggetto di non rispettare le regole e l’obiettivo di trarre un vantaggio economico.
Poudelet si è detto pienamente d’accordo con la De Lange ed ha affermato che l’articolo 8 del reg. 178/2002 andrebbe ridefinito in termini più ampi. Inoltre, si è soffermato sulla necessità di avere un sistema di cooperazione efficace ed efficiente tra i vari attori coinvolti in caso di frode alimentare e ha annunciato che il Commissario europeo per la salute ed i consumatori, Tonio Borg, ha deciso di creare nella Dg Sanco, una task force specifica che si occuperà di frodi alimentari, lavorando a contatto con gli Stati membri e le altri Direzioni Generali della Commissione europea coinvolte, coordinandosi anche con EUROPOL e EUROJUST.
Michael Scannell, a capo dell’ Eu’s Food and Veterinary Office (FVO) sostiene che, anche se le frodi alimentari non necessariamente si traducono in una crisi di sicurezza alimentare, potrebbero comunque mettere a rischio la salute pubblica. Un esempio è rappresentato dai coloranti utilizzati per mascherare i cibi con caratteristiche organolettiche non propriamente perfette, oppure il trattamento con monossido di carbonio utilizzato ad esempio per “rivitalizzare” il tonno non più freschissimo. Se a prima vista può sembrare buono, in realtà un prodotto dopo aver subito questo trattamento potrebbe essere pericoloso per la salute.
Scannell sostiene inoltre che troppa poca attenzione è stata posta alle frodi alimentari in crescente aumento a causa della crisi finanziaria. La FVO esegue ogni anno centinaia di ispezioni e controlli. Tuttavia, se i propri membri sono certamente in grado di svolgere un eccellente lavoro per quanto riguarda il rischio legato alla sicurezza alimentare, non sono certo ragionieri o legali in grado di provare la frode alimentare. Per questo è necessaria una revisione della legislazione ufficiale europea in materia.
Sicurezza Alimentare – Coldiretti – 26 giugno 2013