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Gardaland e delfini. Gli animalisti: per loro pensione d’oro

Una vittoria a metà. L’annunciato addio di Gardaland allo spettacolo che, da vent’anni, veniva quotidianamente riproposto dai suoi delfini, ha galvanizzato le associazioni che si occupano della protezione degli animali che da tempo chiedevano la chiusura del Palablù, lo storico delfinario del parco divertimenti di Castelnuovo, sulla sponda veronese del Garda.

Ma ora, proprio gli animalisti si preparano a una nuova battaglia in difesa di Robin, Teide, Betty e Nau, i quattro cetacei cresciuti all’ombra delle montagne russe e che ora sono destinati alla «pensione».

Domenica, al Corriere del Veneto, il direttore Danilo Santi aveva annunciato che, quella andata in scena il 6 gennaio, era stata l’utima esibizione dei delfini. Una «svolta animalista» imposta dalla Merlin, la società inglese proprietaria di Gardaland ma anche dei 27 Sealife sparsi per il mondo, le strutture dove è possibile ammirare i pesci più rari ed esotici e che fin dalla loro fondazione sono in prima linea nelle battaglie per la salvaguardia dei mari.

«Una scelta che condividiamo in pieno, perchè la natura va ammirata, non certo sfruttata per ricavarne uno show», chiosa il presidente regionale del Wwf, Stefano Gazzola.

Ma non mancano le proteste. La Lega antivivisezione (Lav) che per anni si è battuta per la chiusura del Palablù, ieri ha inviato una lettera a Gardaland. «La decisione presa dal parco è giusta – dice il presidente nazionale Gianluca Felicetti – ma ora si apre un’altra questione, altrettanto importante: dove finiranno i delfini? Quella di trasferirli a Genova è un’ipotesi che non andrebbe neppure presa in considerazione: non si farebbe che spostarli da una prigione all’altra. È ora di finirla di sfruttare quei poveri delfini per fare soldi, prima costringendoli a fare delle acrobazie e poi a lasciarsi ammirare dai visitatori di uno zoo come di fatto è l’acquario ligure».

Nati e cresciuti in cattività, i quattro cetacei non possono essere liberati in mare aperto perchè morirebbero. «La soluzione migliore è che Gardaland garantisca loro un “ricovero” all’interno di un centro di recupero per animali marini, dove potranno godersi la meritata pensione senza doversi esibire per il pubblico pagante. Lav è pronta a collaborare con la direzione del parco per individuare la struttura più idonea».

Anche Legambiente boccia l’idea di affidarli all’acquario di Genova. «È un bene che il parco abbia deciso di interrompere quegli spettacoli, ma ora sarebbe sbagliato costringere i delfini ad adattarsi a un ambiente diverso da quello in cui sono cresciuti», dice Loranzo Albi, presidente della sezione veronese. «Visto che i cetacei hanno fatto guadagnare molti soldi, ora Gardaland deve occuparsi della loro “vecchiaia”, magari accudendoli proprio all’interno del delfinario, senza naturalmente costringerli a esibirsi in inutili show».

Andrea Priante – Corriere del Veneto – 15 gennaio 2013

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