A quasi una settimana dalla candidatura, il fondatore di Emergency non ha avuto notizie. I parlamentari calabresi insistono, ma nel governo si dà l’idea per archiviata
«L’ipotesi, a questo punto, potrebbe essere tramontata». In ambienti governatiivi si recita un de profundis, ancora ufficioso, della candidatura di Gino Strada alla sanità calabrese. Anche se altre fonti, più vicine ai 5 Stelle, insistono nel considerare ancora aperta la partita. La carta del fondatore di Emergency, già promosso dalle Sardine e dal 5 Stelle Nicola Morra, era stata giocata anche dallo stesso presidente del consiglio Giuseppe Conte. Che, vista la pessima performance del vecchio commissario alla Sanità Savero Cotticelli, e la non brillante del nuovo, Giuseppe Zuccatelli, aveva parlato con Strada per proporgli un ruolo. Peccato che, a distanza di una settimana, sullo scenario è calato un silenzio tombale.
Gino Strada: «Silenzio dal governo»
Dalle parti di Emergency prima fanno sapere di non avere notizie. Poi nel tardo pomeriggio il fondatore stesso dell’associazione diffonde una lettera aperta in cui ribadisce di non aver più avuto risposte da Palazzo Chigi. « Una settimana fa ho ricevuto la richiesta da parte del Governo di impegnarmi in prima persona per l’emergenza sanitaria in Calabria – scrive Gino Strada – . Ho chiesto alcuni chiarimenti sul mandato e sulle modalità di lavoro, ponendo una condizione fondamentale: non sono disponibile a fare il candidato di facciata né a rappresentare una parte politica, ma metterei a disposizione la mia esperienza solo se ci fossero la volontà e le premesse per un reale cambiamento. Ho sentito qualche commentatore dire che – dopo tanti giorni – dovrei “decidere se accettare o meno l’incarico”. Non sono in questa condizione perché dopo quei primi colloqui non mi è stata fatta alcuna proposta formale».
«Sia chiaro – prosegue la lettera di Strada – : non ho nulla da recriminare nei confronti del governo che ha ovviamente facoltà di scegliere il candidato che ritiene più adatto a questo incarico. Non voglio però neanche alimentare l’equivoco di una mia indecisione: da medico, ritengo che in un momento di grave emergenza sanitaria per il nostro Paese, tutti debbano dare una mano e con questo spirito avevo messo a disposizione il lavoro mio e di Emergency già opera da 15 anni in molte regioni italiane, Calabria inclusa. Nel frastuono delle tante voci di questi giorni, ho avuto anche l’occasione di sentire la fiducia e la voglia di fare di tanti cittadini, calabresi e non, infermieri e medici e rappresentanti delle istituzioni, che ringrazio per il sostegno e per l’apprezzamento che hanno dimostrato per il lavoro mio e di Emergency».
Spiegano che, dopo il colloquio con il premier, nulla si è mosso. Al ministero della Salute non ne sanno nulla e rimandano al Mef. Perché è il ministero delle Finanze che dovrebbe proporre il nuovo commissario regionale, d’intesa con la Salute, con un provvedimento che deve poi essere adottato dal consiglio dei ministri. Eppure dal Mef spiegano di non avere novità e rilanciano la palla dall’altra metà del campo: la scelta, dicono, è politica e deve essere presa dal ministro della Salute e dal governo. Si torna alla casella di partenza, palazzo Chigi. Dove voci sempre più insistenti danno per archiviata l’ipotesi. «Sostituire Zuccatelli per una frase infelice, quella della mascherina, pare un po’ troppo – si fa sapere – e del resto tecnicamente il commissario è molto bravo. E’ difficile peraltro che Strada accetti un ruolo di affiancamento».
I dubbi sul «simbolo»
C’è un concorso di ragioni che ostacolano il nuovo ingresso di Strada. Il primo, non invalicabile, è l’ostilità del presidente calabrese Antonino Spirlì, centrodestra: «Che c’entra lui? Non abbiamo bisogno di medici missionari africani. Mica dobbiamo scavare i pozzi». A parte l’ingenerosa posizione del governatore, restano i dubbi sull’opportunità dell’ennesimo cambio in corsa. E se i portavoce dei 5 Stelle chiedono a gran voce che sia lui a subentrare a Zuccatelli, in non pochi fanno notare che è pur vero che Strada è uno stimatissimo medico, con grandi benemerenze per la sua attività di volontariato, ma che non ha grandi competenze burocratiche e di carte, che in quel ruolo servono eccome. Sarebbe un simbolo, spiegano, e forse la Calabria ha bisogno di altro.
Il nome alternativo
Qualcuno avanza il nome di Luigi Gaetti, medico ed ex sottosegretario del Movimento. Ma altri spiegano che tra non molto si andrà al voto in Calabria e forse non è il caso di muovere nulla.