analisi di Gerardo Pelosi. I giovani senza lavoro, quelli che la Banca mondiale definisce la “lost generation” fuori da percorsi formativi ma senza occupazione, rappresentano una vera “bomba sociale” pronta ad esplodere e deflagrare in tutta Europa.
Poco importa che la Germania, da grande malato di dieci anni fa, sia oggi l’unico Paese Ue in crescita e senza il dramma della disoccupazione. Il problema riguarderà anche quei cittadini tedeschi che oggi si rendono conto di vivere accerchiati da un mondo in crisi solo nel momento in cui accendono i notiziari televisivi della sera.
Ecco perchè introducendo la riunione a quattro (Italia, Germania, Francia e Spagna) dei ministri dell’Economia e del Lavoro, (format inaugurato oggi a Roma), il premier Enrico Letta pur compiacendosi che per una volta l’Europa ha saputo parlare senza ricorrere a numeri ha invitato a “cambiare passo” perché altrimenti con le prossime elezioni europee del 2014 «si rischierà di avere il Parlamento più euroscettico della storia e questo sarebbe un disastro per tutti».
Il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni ha chiarito però che per le misure
contro la disoccupazione giovanile non ci si potrà indebitare ulteriormente e per questo «è stato confermato l’impegno a restare nell’ambito delle strategie di risanamento che resta la precondizione per la crescita sostenibile». Secondo il responsabile di via XX settembre dal vertice è giunto un segnale forte per il ritorno alla crescita; ora il Consiglio europeo del 27 entrerà nel merito dei problemi.
I quattro Paesi leader europei sono d’accordo nel trovare nuovi canali di finanziamento per le piccole e medie imprese attraverso la Bei che è stata appena ricapitalizzata per 10 miliardi di euro moltiplicabili fino a 60 milairdi d’intesa con le Casse deposito e prestito dei vari Paesi per creare strumenti finanziari di garanzia che consentano alle banche commerciali di finanziare le piccole e medie imprese.
Il ministro del Lavoro Enrico Giovannini per il quale l’impegno per l’occupazione giovanile non può venire solo dal settore pubblico, ha invece sollecitato un utilizzo più concentrato dei 6 miliardi di euro dello strumento Youth Guarantee per utilizzarli tutti entro il 2015 con un “front loading”. All’Italia andranno circa 400 milioni di euro per migliorare i servizi all’impiego.
Il Sole 24 Ore – 15 giugno 2013