Altro che stanco, altro che pronto a dimettersi, Gian Paolo Gobbo, trevigiano, classe 1949, segretario nazionale, nel senso di veneto, della Lega Nord è più determinato che mai: se Flavio Tosi, riottoso sindaco veronese, s’azzarda a fare la sua lista personale per le prossime comunali, lui lo sbatterà fuori dal movimento.
È il senso di un’intervista che ieri il sindaco di Treviso ha dato al Corriere Veneto. Dove ovviamente il leitmotiv sono stati proprio i suoi rapporti col primo cittadino veronese. «Il problema non è Tosi o non Tosi», ha precisato Gobbo, «il problema è la coerenza del partito.
Al primo articolo dello statuto c’è l’indipendenza della Padania in modo democratico». Quella entità politica che Tosi ha più volte e apertamente dichiarato d’essere stata superata, ritenendo più importante battersi per il federalismo compiuto. Stravaganze che il roccioso segretario ha definito, anche ieri, «eresie». «Possono far bene», ha aggiunto, «ma non sono nella linea del partito».
Quanto alla Lista Tosi, che nel 2007 ebbe il 16% dei voti, risultando la più votata nel centrodestra, con 6mila consensi in più di quella padana ufficiale, secondo il Carroccio non può essere alle comunali di primavera, per quanto il sindaco scaligero dica da mesi esattamente il contrario. «Le liste personali, a oggi, non sono ammesse nella Lega», ha ribadito Gobbo, «se il consiglio federale deciderà che ci si può presentare, allora sarà un altro discorso, ma noi non abbiamo dato il via libera».
Insomma per quanto sta agli organi della ex-Liga Veneta, Tosi non potrà rifare il suo partitino: la deroga gliela potrà dare solo Via Bellerio, ovvero il livello federale dei Lumbard. Dura lex, ha detto il segretario, che vale anche per quel giovincello del suo vice al municipio di Treviso, Giancarlo Gentilini, che ha annunciato l’altro ieri di volersi ricandidare nel 2013, anche a costo di «andare da solo». E sempre a Milano spettare la decisione delle alleanze, anche per Verona, dove Tosi, ogni giorno che passa, è sempre più in rotta dal Pdl: «Le linee sono date dal movimento. Però bisogna ricordare che con il Pdl governiamo tre Province e la Regione».
Sullo scontro in atto fra Roberto Maroni e Umberto Bossi, Gobbo s’è sfilato dalla tenzone. Molti, per la sua avversione al maroniano Tosi, lo danno per un pretoriano del Senatur, invece lui è «un veterano come Bossi» e pertanto non appartiene «a cerchi o circoli», con riferimento a quello «magico» degli intimi del Fondatore.
E forse per ribadire la sua terzietà, ha annunciato che domani, quando i leghisti saranno a Milano per manifestare contro il governo di Mario Monti, lui «andrà a pescare la trota». Con l «t» minuscola. A meno di messaggi in codice, che non sarebbero nello stile diretto del personaggio, Renzo Bossi, il Trota, non c’entra.
ItaliaOggi – 21 gennaio 2012