Semaforo verde in Consiglio dei Ministri per il Decreto ‘Fare’. Nella serata di ieri è stato approvato, anzitutto, un decreto legge recante misure urgenti in materia di crescita. Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha sottolineato che questo provvedimento – unitamente al Ddl in materia di semplificazioni che verrà discusso la prossima settimana in CdM – ha come base le 6 Raccomandazioni rivolte all’Italia dalla Commissione europea il 29 maggio 2013 nel quadro della procedura di coordinamento delle riforme economiche per la competitività. Per quanto riguarda il settore sanità, le novità principali riguardano l’eliminazione di tutte le certificazioni mediche oggi necessarie a impieghi pubblici e privati, un accelerazione sul Fascicolo sanitario elettronico. Il comunicato di Palazzo Chigi
Le Regioni dovranno presentare il piano di progetto all’Agenzia per l’Italia digitale entro il 31 dicembre 2013, e, sulla donazione degli organi, l’introduzione dell’obbligo per i Comuni di comunicare tempestivamente con mezzo telematico al Sistema informatico trapianti gli atti di consenso all’espianto manifestato ai donatori. Previsti, infine, indennizzi monetari a carico delle Pa che ritardano i pagamenti cha variano da 50 euro al giorno fin a un massimo di 2.000 euro; e lo sblocco del turn over al 50% per Università ed enti di ricerca dal 2014.
Vediamo di seguito, in maniera più completa, quanto approvato dal Consiglio dei Ministri:
Multa alle Pa che ritardano. Viene introdotto un indennizzo monetario a carico delle Pa in ritardo nella conclusione dei procedimenti amministrativi. Se il titolare del potere sostitutivo (cioè chi subentra al funzionario ‘ritardatario’) non conclude la procedura, scatta un risarcimento pari a 50 euro al giorno fino a un massimo di 2.000 euro. Se non liquidata, la somma può essere chiesta al giudice amministrativo con una procedura semplificata.
Certificati medici inutili. Sono eliminate tutte le certificazioni mediche oggi necessarie per accedere a impieghi pubblici e privati. Non vi saranno più per i cittadini adempimenti onerosi resi inutili dalle recenti novità legislative in materia di sorveglianza sanitaria sui luoghi del lavoro.
Fascicolo sanitario elettronico. Fascicolo sanitario elettronico (FSE): le regioni e le province autonome dovranno presentare il piano di progetto del FSE all’Agenzia per l’Italia digitale entro il 31 dicembre 2013. Entro il 31 dicembre 2014 questo sarà istituito. L’Agenzia per l’Italia digitale e il ministro della Salute dovranno valutare e approvare i progetti.
Trasmissione telematica del certificato di gravidanza. Il certificato di gravidanza in cui sia indicata data presunta del parto deve essere inviati all’Inps solo per via telematica direttamente dal medico del Ssn . Quelli di parto e il certificato di interruzione di gravidanza sempre per via telematica dalla struttura che ha effettuato l’interevento. Dalle nuove disposizioni non dovranno derivare oneri aggiuntivi
Donazione degli organi. Per rendere più efficiente l’operatività del sistema nazionale dei trapianti, si è introdotto l’obbligo per i Comuni di comunicare tempestivamente con mezzo telematico al Sistema Informatico Trapianti gli atti di consenso all’espianto manifestato ai donatori. Per tale via sarà possibile accelerare significativamente le procedure finalizzate all’espianto e al trapianto degli organi.
Sblocco del turn over al 50% per Università ed enti di ricerca dal 2014. Si ampliano le facoltà di assumere delle università e degli enti di ricerca per l’anno 2014, elevando dal 20% al 50% il limite di spesa consentito rispetto alle cessazioni dell’anno precedente (turn over). Le singole università potranno quindi assumere nel rispetto delle specifiche disposizioni sui limiti di spesa per il personale e per l’indebitamento senza superare, a livello di sistema, il 50% della spesa rispetto alle cessazioni. Con questo provvedimento si liberano posti per 1.500 ordinari e 1.500 nuovi ricercatori in “tenure track” sul Ffo nel 2014. Spesa prevista: 25 milioni nel 2014; 49,8 nel 2015.
Tutte le misure fiscali e quelle per imprese e famiglie
Quasi sei ore di consiglio dei ministri, un’ottantina di articoli, un decreto e due disegni di legge di cui uno (sulle semplificazioni) solo esaminato. È stato lo stesso premier Enrico Letta, nella conferenza stampa finale, a precisare che verrà approvato nel consiglio dei ministri di mercoledì, mentre le norme sul lavoro saranno varate venerdì. Il pacchetto del «fare», e del consumo del suolo sono stati approvati ieri, con qualche novità rispetto alle premesse. Tra queste, una serie di norme per snellire la giustizia civile tagliando un milione di processi in cinque anni attraverso il ripristino della mediazione obbligatoria e l’introduzione del tirocinio presso gli uffici giudiziari. A sorpresa c’è anche la riduzione delle tasse sulle imbarcazioni introdotte dal governo Monti. Abolite quelle fino a 14 metri e dimezzate per le lunghezze superiori.
Molto atteso, oltre allo sblocco dei cantieri, il gruppo di norme che allenta la presa della riscossione fiscale. Prima fra tutte quella sull’impignorabilità della prima casa per debiti tributari inferiori ai 120 mila euro con esclusione delle case di lusso e il rafforzamento del beneficio della rateizzazione dei debiti verso Equitalia, che verrà meno dopo otto rate non pagate e non consecutive, non più due. Ma anche la trasformazione dell’aggio in un rimborso sui costi fissi sostenuti per la riscossione.
Per le imprese arriva il bonus da cinque miliardi per l’acquisto di macchinari industriali ma anche il rifinanziamento del Fondo di garanzia. Del corposo capitolo sulla semplificazione burocratica , che secondo il ministro della Funzione pubblica Giampiero D’Alia, potrebbe valere risparmi per otto miliardi di euro, qualcosa è stato varato, anche se il grosso arriverà mercoledì. Il ministero dei Beni culturali rifinanzia il tax credit 2014-2015.
Nella valanga di provvedimenti, anche il passaggio della regia dell’Agenda digitale a Palazzo Chigi con il compito di realizzare la carta di identità e la posta elettronica certificata. Così come sarà coinvolta la Cassa Depositi e Prestiti nel facilitare l’accesso al credito per le imprese e più risorse saranno destinate per promuovere le nostre aziende e i nostri prodotti all’estero.
Prima della fine del consiglio dei ministri fiume, era già cominciata la corsa delle forze di maggioranza per indossare le mostrine sui provvedimenti: il presidente Pdl della Commissione Finanze della Camera, Daniele Capezzone, ha segnalato il successo dell’allentamento della presa di Equitalia. Mentre Il Pd, per bocca di Matteo Colaninno, si è intestato il Fondo di garanzia per ricerca e innovazione industriale e l’agenda digitale
L’abitazione principale diventa impignorabile. Il tetto dei 120 mila euro
Tra le misure del nuovo decreto è prevista l’impignorabilità della prima casa per debiti tributari inferiori a 120 mila euro, con esclusione delle sole case di lusso. Sarà dunque possibile iscrivere l’ipoteca ma non il passo successivo in caso di mancati pagamenti. È quindi un provvedimento che vuole tutelare le fasce di reddito medio-basse, assicurando che la prima casa, quando non di altissimo valore, non potrà essere messa all’asta dalle autorità. Una delle condizioni riguarda l’importo del debito verso l’Erario, che non deve salire sopra i 120 mila euro per impedire il pignoramento della prima casa: è quindi esclusa l’evasione dei grandi numeri. La norma riguarda uno dei mercati che più hanno sofferto in questo periodo di crisi, quello del mattone. Evitando la pignorabilità di un certo tipo di case e la loro successiva messa all’asta, è prevedibile un certo contenimento dell’offerta sulla piazza immobiliare. Questo potrebbe avere degli effetti sui prezzi e quindi sul fatturato del mercato, al momento caratterizzato da un eccesso di offerta, visto che la domanda è alle prese con la crisi.
Si allunga il periodo delle rate per saldare. Sale fino a 120 mesi
Le norme di revisione dei poteri di Equitalia, introdotte dal decreto «Fare», prevedono — a favore dei contribuenti in difficoltà economica o con momentanea carenza di liquidità — l’aumento della possibilità della rateizzazione dei debiti tributari dalle attuali 72 rate a 120. Questo significa un allentamento della morsa del creditore (l’Erario) nei confronti del debitore (il contribuente). Passare da 72 a 120 rate vuol dire allungare generalmente le scadenze del 67%, dando più respiro a chi per vari motivi è in debito verso il Fisco. Naturalmente la norma ha un particolare significato in questi anni di crisi, dove anche un piccolo debito può mettere in difficoltà l’attività di un’impresa — e l’occupazione che garantisce — così come lo studio di un professionista. Il prolungamento della rateizzazione dovrebbe aiutare a scongiurare questi pericoli. Con l’aiuto, tra l’altro di tassi d’interesse storicamente a livelli molto bassi: insomma, l’allungamento delle scadenze non dovrebbe appesantire eccessivamente gli oneri degli interessi.
Si potranno saltare fino a 7 versamenti senza perdere la rateizzazione
C’è un altro capitolo che riguarda le rate all’interno del nuovo decreto del governo. È infatti previsto l’aumento a 8 (dalle attuali 2) del numero delle rate non versate, anche non consecutive, a decorrere delle quali decade il beneficio della rateizzazione. Nella prima bozza del provvedimento il limite era più basso, a 5 rate non versate. Che cosa vuol dire? Chi non riuscirà a pagare da una fino a sette rate del proprio debito con l’Erario non perderà comunque il beneficio alla rateizzazione, che per molti è una condizione importante tanto per poter rispettare gli obblighi con il Fisco quanto per poter continuare la propria attività. Anche in questo caso si cerca di dare maggiore respiro al contribuente debitore e alla sua attività, cercando di scongiurare effetti pesanti — per esempio — sull’impresa. La rateizzazione, infatti, è un aiuto non da poco soprattutto quando la liquidità è scarsa, come oggi purtroppo succede in molti casi, dalle aziende fino ai piccoli professionisti e al mondo degli autonomi in generale.
Nautica, fisco più leggero Prelievo dimezzato per i natanti da 14 a 20 metri
Scendono le tasse sulle barche. Nel provvedimento deciso ieri dall’esecutivo arriva anche il taglio della tassa sul lusso introdotta dal governo Monti sulle imbarcazioni. Secondo la norma, per rilanciare la nautica da diporto, viene ridotta la tassazione sulle imbarcazioni fino a 20 metri. Inoltre, con la cancellazione dei primi due scaglioni (800 euro gli scafi di lunghezza da 10,01 metri a 12 metri; 1.160 per scafi da 12,01 metri a 14 metri) non pagheranno più nulla le imbarcazioni fino a 14 metri di lunghezza. Per gli altri due scaglioni l’importo viene rivisto al ribasso. Per le barche da 14,1 metri a 17 l’importo dovuto passa da 1.740 a 870 euro, mentre per le imbarcazioni da 17,01 a 20 metri l’importo della tassa è di 1.300 euro contro i 2.600 originari. La tassa è diventata famosa per aver poi generato un gettito decisamente inferiore rispetto alle previsioni. Nel frattempo, il mercato della nautica resta ampiamente sotto i livelli pre-crisi: la riduzione delle imposte punta anche a un rilancio del settore.
Tre miliardi per i cantieri, 30 mila nuovi posti di lavoro Meno certificati
Boccata d’ossigeno per il settore edilizio, uno dei comparti più in sofferenza. Il decreto del fare prevede che saranno momentaneamente definanziate alcune grandi opere come la Tav Torino-Lione e il terzo valico Milano-Genova e il Ponte sullo stretto di Messina. In questo modo si recuperano tre miliardi di euro che saranno dirottati a opere già cantierate o cantierabili come le metropolitane di Milano, Napoli e Roma o l’autostrada Ragusa-Catania. Secondo il governo potranno essere creati 30 mila nuovi posti di lavoro. Il credito di imposta sulle opere in project financing scende da 500 a 200 milioni. Il Durc (documento di regolarità contributiva) verrà allungato a sei mesi così come viene sbloccato il nodo burocratico che impedisce alle imprese edili di compensare i debiti contributivi con i crediti derivanti dallo sblocco da parte della Pubblica amministrazione. Novità anche per gli appalti. Salta infatti la responsabilità solidale fiscale dell’appaltatore per il versamento all’erario delle ritenute sui redditi di lavoTassi agevolati fino a 5 anni
Il fondo finanziato dalla Cassa depositi
Gli istituti di credito potranno stipulare convenzioni con la Cassa depositi e prestiti per concedere alle imprese finanziamenti a tasso agevolato per «l’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature nuove di fabbrica ad uso produttivo». I finanziamenti verranno concessi entro il 2016 e il plafond sarà di 5 miliardi di euro. L’erogazione avrà una durata massima di 5 anni per un valore massimo di 2 milioni di euro per ciascuna impresa. Lo Stato stanzia quasi 400 milioni di euro per coprire la differenza tra il costo effettivo del finanziamento e il basso tasso di interesse offerto alle Pmi. Novità anche per i fondi di garanzia. Quello classico per le Pmi sarà messo a punto in un successivo decreto entro la fine di agosto. Quello molto atteso per «i grandi progetti per l’innovazione e la ricerca» nasce subito con una dotazione di 50 milioni per quest’anno e altrettanti per il 2014. È prevista anche la razionalizzazione della rete carburanti consentendo che una parte delle vecchie stazioni venga riconvertita in impianti per la sola vendita di gas metano per autotrazione.
Gli uffici pubblici in ritardo pagheranno una multa di 50 euro al giorno
Per chi fa impresa tutto sarà più semplice. L’atteso decreto sulla semplificazione per mettere l’Italia in linea con il resto d’Europa prevede una serie di novità. Si va dalla scomparsa di una serie di certificati medici inutili come, per esempio, la pretesa di esibire per gli ufficiali esattori quello di «sana e robusta costituzione». Così il Durc (documento unico di regolarità contributiva per le imprese) potrà essere acquisito in via telematica, e sarà molto ridotta tutta la macchina burocratica per gli obblighi (che restano) in materia di sicurezza sul lavoro per le attività a basso rischio e per la prevenzione di incendi. Tutta la macchina amministrativa dovrà poi essere “tarata” per rispettare i tempi e semplificare la vita degli imprenditori e dei cittadini. Nel decreto si prevede, per esempio, la sanzione di 50 euro al giorno (con un tetto massimo però di 4000 euro) a carico dei funzionari colpevoli di ingiustificabili ritardi. E’ previsto anche un analogo indennizzo per gli utenti coinvolti nel disservizio durante la conclusione di un procedimento amministrativo.
Spinta all’Agenda digitale e desk Italia per investire «Il wi-fi verrà liberalizzato»
L’Agenda per l’Italia digitale, insieme al nuovo Desk per l’attrazione degli investimenti esteri passeranno sotto la diretta regia della presidenza del Consiglio. Sempre a Palazzo Chigi nascerà un tavolo di esperti, presieduto dal commissario di governo Francesco Caio con il compito di accelerare l’attuazione dell’Agenda. In arrivo la liberalizzazione del collegamento wi-fi. Tra i compiti di Caio ci sarà anche quello di far dialogare le 129 banche dati attualmente in funzione nel sistema tributario italiano in modo da rendere più efficiente la lotta all’evasione. Un allarme già lanciato da un’indagine parlamentare sulle anagrafi tributarie ma finora rimasto lettera morta. Sempre in zona digitalizzazione arriva per il cittadino la possibilità di chiedere una casella di posta elettronica certificata, meglio identificato come «domicilio digitale» per dialogare in sicurezza con le varie amministrazioni. Sempre l’Agenda per l’Italia digitale, entro due anni, dovrà realizzare l’anagrafe nazionale centralizzata, progetto al quale lavorerà in sintonia con il ministero degli Interni e la Sogei. Tra le novità dell’agenda digitale anche la carta d’identità elettronica per tutta la famiglia.
Una sola scadenza per gli obblighi amministrativi
Arriva la data unica per i nuovi obblighi amministrativi a carico di cittadini e imprese. Le leggi italiane cambiano spesso, e spesso il problema non è solo capire cosa cambia ma anche quando. Il decreto stabilisce che ogni anno ci sono due giorni, il primo gennaio e il primo luglio, nei quali scattano tutte le novità decise fino a quel momento. Fanno così in molti Paesi europei, come Regno Unito, Francia e Olanda. Un modello che però, come ammette la stessa relazione che accompagna il decreto, «presenta delle criticità, tra cui la derogabilità di parte di norme successive». Per le leggi che arriveranno d’ora in poi, cioè, sarà sempre possibile prevedere delle scadenza diverse. Un piccolo anticipo della legge sullo ius soli renderà più facile acquistare la cittadinanza italiana per chi ha genitori stranieri ma è nato nel nostro Paese. Compiuti i 18 anni, il diritto sarà maturato anche in caso di eventuali inadempimenti amministrativi da parte di padre e madre.
Arriva il bonus per la mobilità degli studenti meritevoli
Diciannove milioni di euro per assicurare il sostegno del merito e della mobilità interregionale degli studenti universitari. Sono le «borse per la mobilità» a favore di studenti che, avendo conseguito risultati scolastici eccellenti, intendano iscriversi per l’anno accademico 2013-2014, a corsi di laurea ovvero a corsi di laurea magistrale «a ciclo unico» presso università statali o non statali italiane, con esclusione delle università telematiche. Il fondo è ripartito tra le Regioni che erogano le risorse. Sblocco del «turn over» nelle università per l’anno 2014: si libereranno posti per 1.500 ordinari e 1.500 nuovi ricercatori. Il risultato si ottiene elevando dal 20 a 50% il limite di spesa consentito rispetto alle cessazioni dell’anno precedente. Le singole università potranno quindi assumere, nel rispetto delle specifiche disposizioni, sui limiti di spesa per il personale e per l’indebitamento senza superare, a livello di sistema, il 50% della spesa rispetto alle cessazioni.
Automatici i cambi di residenza, documenti on line
È ricco il capitolo delle semplificazioni a favore dei cittadini. Prevede il rilascio di certificazioni sui titoli di studio in lingua inglese e anche semplificazioni sul cambio della residenza e del domicilio che varranno automaticamente anche ai fini della tassa sui rifiuti. Viaggeranno on line i certificati medici di gravidanza (con la data presunta del parto, quello del parto e quello di interruzione di gravidanza). Arrivano semplificazioni per le procedure di autorizzazione degli apparecchi per la risonanza magnetica. Viene tolto il requisito della specializzazione per l’accesso degli odontoiatri al servizio sanitario nazionale considerato un’incongruenza rispetto alle norme attuali. Niente più certificati di sana e robusta costituzione obbligatori per farmacisti e dipendenti del pubblico impiego. Viene eliminato l’obbligo di certificazione sanitaria per molte categorie di lavoratori non a rischio, compreso quello di «idoneità psico-fisica» per i maestri di sci.
Quotidiano sanità e Corriere della Sera – 16 giugno 2013