Da giugno, al fine di rispondere adeguatamente ai focolai di aviaria registrati negli Stati Uniti, oltre 30 paesi in tutto il mondo hanno aggiornato i loro requisiti per l’importazione di pollame proveniente dagli USA.
I focolai hanno colpito oltre 48 milioni di capi in diversi Stati americani, tra cui Arkansas, California, Idaho, Indiana, Iowa, Kansas, Minnesota, Missouri, Montana, Nebraska, North Dakota, Oregon, South Dakota, Washington e Wisconsin.
Il 15 luglio, Guatemala, Barbados e Canada hanno aggiornato la lista delle informazioni necessarie agli USA per esportare il pollame in quei paesi. Per il Guatemala tutti i prodotti di pollame devono essere trattati con il calore, in conformità con gli orientamenti dell’OIE. Il Paese ha inoltre aggiornato gli Stati americani dai quali non è possibile importare se i prodotti non sono sottoposti a questo trattamento. Le regioni coinvolte sono Bend County, Descheutes County, e Douglas County, nello Stato dell’Oregon.
Anche le Barbados hanno aggiornato i requisiti per ricevere pollame dagli Usa, nonché le regole che definiscono i prodotti non ammissibili: il Paese non accetterà una serie di prodotti freschi, congelati e prodotti avicoli provenienti dai alcuni macelli degli Stati Uniti, o trasformati in un certo periodo di tempo.
Infine anche il Canada sta chiedendo agli USA di rispettare alcuni requisiti specifici, dopo la trasformazione del pollame e l’invio dello stesso in Giappone.
La Corea del Sud ha confermato che al pollame e ai prodotti avicoli non trattati con il calore, esportati in Corea dal 20 dicembre 2014, non sarà permesso l’ingresso nel paese.
Fonte Global Meat News (da Unaitalia) – 21 luglio 2015