Una coppetta di gelato con un po’ d’acqua per il cane che è già diventata un caso. E’ quella fatta pagare 30 centesimi ad una coppia di Mogliano dai gestori del bar «Signore e Signori» di piazza dei Signori a Treviso. Cifra battuta anche sullo scontrino del locale che, pubblicato su Facebook dal cliente per ripicca, ha fatto scatenare il popolo della rete con commenti carichi di rabbia e indignazione.
Ma c’è anche chi ha difeso il celebre bar della piazza: normale fare pagare un servizio al tavolo, qualunque esso sia. Seduto al tavolino esterno del noto bar gelateria della più centrale fra le piazze del capoluogo trevigiano, il cliente aveva ordinato un’acqua e menta ed uno spritz. Alla comanda aveva aggiunto un po’ d’acqua per il suo cagnolino, un meticcio di nome Lucky, perché potesse dissetarsi.
Quando ha ricevuto lo scontrino, col quale era stato addebitato esplicitamente il costo della ciotolina accanto alla scritta «acqua cane», il cliente ha subito sbottato. E dopo aver pagato la cifra, ha deciso di denunciare quanto accaduto mettendo la foto sul social network.
Immancabile a quel punto la rivolta delle rete con attacchi ed insulti ai gestori della gelateria. «Pagare 30 centesimi per un po’ d’acqua di rubinetto? Una follia» hanno scritto in molti, non solo animalisti «ortodossi». C’è chi addirittura ha proposto di boicottare il bar.
Altrettanti però hanno difeso i titolari che a differenza di altri locali addirittura vietano l’accesso ai cani. «Mi sembra normale che si faccia pagare un servizio – si legge scorrendo su Facebook centinaia di commenti – tanto più se è stato addirittura segnato nello scontrino. Se volevano fare i furbi, bastava aumentare il prezzo di una delle bevande ordinate e il gioco era fatto».
Dalla gelateria hanno subito voluto spiegare di trovarsi tra l’incudine e il martello: alcuni clienti sono infastiditi dalla presenza degli animali, e si deve trovare un compromesso. Ed invece di piazzare una ciotola all’esterno della porta del bar, è stato deciso di utilizzare le coppette per il gelato per questo particolare servizio.
«Ne utilizziamo qualche migliaio all’anno, per la precisione circa 3 mila, solo per dare da bere ai cani – hanno spiegato i titolari – ed è chiaro che tutto ciò ha un costo. Ci sembra assurdo che si richieda sia fatto tutto gratuitamente, visto che la ciotola viene portata al tavolo, e i camerieri che la maneggiano devono ogni volta lavarsi le mani per poi servire gli altri clienti. D’altronde è normale, in ogni locale, pagare qualcosa in più se si consuma un caffè o qualsiasi altra cosa seduti al tavolo. Non capiamo come mai si sia arrabbiato tanto questo cliente visto che si trovava seduto ad un tavolo esterno, a quasi trenta metri dal bancone».
Alberto Beltrame – Il Corriere del Veneto – 21 luglio 2015