Più di otto miliardi incassati nel 2011 e cinque miliardi erogati in pensioni e assistenza, con un saldo attivo di 3,1 miliardi. Sono questi i numeri della previdenza privata resi noti oggi durante la presentazione del Secondo Rapporto sulle Casse private elaborato dall’Ufficio Studi dell’Adepp, l’associazione che raccoglie venti casse professionale. Il settore risente però della crisi: il reddito medio negli ultimi sei anni si è ridotto del 6,7% – con picchi per alcune categorie che arrivano al 20% – mentre gli iscritti sono aumentati del 10,6%. Nel complesso le risorse detenute dagli enti iscritti all’Adepp ammontano a 46 miliardi di euro, il 18,45% sono investimenti immobiliari, mentre per l’81,55% di tratta di investimenti mobiliari.
La crescita complessiva del patrimonio delle Casse iscritte all’Adepp nel 2011 si attesta intorno all’8,66 per cento. Oggi si è molto parlato del ruolo che gli enti di previdenza privati possono avere nello sviluppo del Paese grazie a un patrimonio di 46 miliardi di euro, sottostimato se si considera che gli immobili sono registrati a costo storico e che alcune casse hanno quasi un secolo di vita.
L’invito alla politica fatto dal presidente dell’Adepp Andrea Camporese è stato chiaro: «Fateci sapere quali progetti avete su di noi e fateci partecipare allo sviluppo del paese». Gli enti di previdenza privata dei professionisti chiedono anche che venga delineata a livello legislativo la loro autonomia. Una necessità che è stata messa in evidenza dai due ex ministri del Lavoro presenti all’evento di oggi, Maurizio Sacconi e Cesare Damiano.
Questo eviterebbe loro di essere trattati come enti pubblici in alcune situazioni e come enti privati (sono esclusi da qualsiasi forma di tutela del lavoro come la cassa integrazione) in altre. Un esempio recente sono i tagli chiesti dalla spending review , che impone loro, in quanto enti presenti nell’elenco Istat, di ridurre le spese del 5 per cento nel 2012 e del 10 per cento nel 2013 e di versare quanto risparmiato allo Stato. Ancora più recente il tentativo, non riuscito, di far vendere loro sottocosto il patrimonio immobiliare che hanno accumulato negli anni e che serve a garantire le pensione dei quasi due milioni di iscritti.
Le Casse private potrebbero investire in infrastrutture e sopperire alla carenza di investimenti dello stato e delle banche ma chiedono una tassazione equa (la previdenza privata italiana è la più tassata d’Europa) e un progetto politico che li riguardi di medio lungo periodo.
il sole 24 ore – 13 dicembre 2012