Le stime francesi segnalano una crescita a doppia cifra dell’offerta. Il dopo quote agita il mondo del latte. La prospettiva dell’improvvisa liberalizzazione – dal 1° aprile 2015 finisce ufficialmente, dopo oltre 30 anni, il regime delle quote latte – rischia infatti di cogliere impreparati non solo i produttori, ma anche i policy maker di Bruxelles il cui “pacchetto latte” preparato per garantire al settore un atterraggio morbido verso il mercato appare palesemente inadeguato.
L’ultimo allarme arriva dalle stime francesi che accreditano una crescita a doppia cifra della produzione mondiale ma anche europea, con aumenti delle consegne, una volta rimossi i paletti delle quote, del 20 per cento in Germania e del 12 in Francia. Con prezzi mondiali in caduta libera, mentre in Italia le quotazioni sono già precipitate da 47 a 35 centesimi al litro nel giro di un anno.
Uno scenario che preoccupa allevatori e industria, ma non solo. Mercoledì all’Europarlamento c’è stato un incontro per fare il punto sulla riforma della normativa a sostegno del settore in vista dell’imminente deregulation. Il dibattito non ha fatto che confermare le prospettive sconfortanti dei più pessimisti; inoltre in Europa nessuno sembra disposto a riconoscere una semplice realtà: ovunque nel mondo – a partire dai grandi competitor americani – le politiche più efficaci sono state quelle basate su reti di sicurezza e prezzi minimi garantiti, mentre il disaccoppiamento e lo smantellamento degli incentivi ai produttori perseguiti da Bruxelles hanno letteralmente decimato interi settori una volta efficienti e oggi quasi dismessi, si veda da ultimo la crisi dello zucchero. Contemporaneamente sono state aperte le porte all’import a basso costo a tutto vantaggio di realtà con costi produttivi inferiori, ma anche meno oneri in materia di sicurezza e benessere animale. Le cosiddette barriere non tariffarie che rappresentavano uno dei pilastri della Politica agricola comune sono in gran parte cadute; non a caso la questione della reciprocità è al centro delle rivendicazioni delle associazioni agricole.
Paolo De Castro, coordinatore dei socialisti e democratici in commissione Agricoltura, oltre che ex ministro e esperto di economia agricola, ha sottolineato la gravità della crisi: «Flessione della domanPrezzo medio nazionale del latte crudo alla stalla nel 2014 . da, aumento dell’offerta, embargo russo. Si tratta di tre fattori che insieme hanno provocato un’estrema volatilità dei prezzi, esacerbata dalla imminente fine del regime delle quote latte. Servono nuovi strumenti, a partire da sistemi di gestione della domanda, per aiutare un settore fondamentale per l’intera economia europea». Thierry Roquefeuil, presidente della Federazione francese dei produttori di latte (Fnpl), ha chiesto «interventi coordinati in risposta a una crisi che, dati alla mano, non sembra destinata a risolversi in tempi brevi».
Il relatore del pacchetto latte, James Nicholson, ha confermato però difficoltà e ritardi della riforma chiamata a sostituire il totem delle quote, che tanto caro è costato all’Italia – un conto di oltre 4 miliardi – e che rischia ora di essere paradossalmente rimpianto.
Il Sole 24 Ore – 24 gennaio 2015