Via libera definitivo del Governo al piano socio-sanitario del Veneto: il Consiglio dei ministri ha ritirato i ricorsi alla Corte Costituzionale contro due articoli del testo legislativo regionale, ponendo fine così a un conflitto istituzionale dagli esiti incerti. La controversia riguardava anzitutto il riconoscimento alla commissione sanità di un «parere vincolante» sulle schede ospedaliere presentate dalla giunta: tale facoltà, secondo il Governo, travalicava le competenze dell’organismo di controllo e ledeva i poteri dell’esecutivo; dopo un acceso confronto in aula, innescato dall’assessore alla sanità Luca Coletto, il parere da «vincolante» è diventato «obbligatorio», pur senza limiti di tempo; soluzione che ha consentito di superare lo scoglio costituzionale.
Analoghe considerazioni per l’altro punto controverso, quello che – in nome dello spoil-system – faceva coincidere il mandato dei direttori generali delle Ulss con la durata della presidenza regionale: secondo il Governo, però, quello dei manager è un ruolo tecnico che non può essere soggetto all’altalena politica e in effetti, in seguito, lo stesso consiglio veneto, ha modificato la norma, limitandosi a concedere al governatore la facoltà di prolungare da tre a cinque anni l’incarico dei direttori; decisione che ha fatto venir meno le ragioni del ricorso.
«Adesso non ci sono più pendenze tra il Veneto e il Governo in materia di sanità», commenta il presidente della commissione Leonardo Padrin «ricordo però che il Piano socio-sanitario è operativo fin dalla sua approvazione e che il Consiglio dei ministri non ha mai chiesto la sospensiva dei provvedimenti in materia. Comunque sia, ogni remora circa la presentazione delle schede di programmazione ospedaliera e territoriale ora non ha più motivo di essere».
Le schede sono la “road map” che guiderà la ristrutturazione dell’intero sistema sanitario e assistenziale, ed il governatore Luca Zaia ha annunciato che saranno approvate dalla giunta tra un paio di settimane, dopo i ballottaggi elettorali. «Ricordo a Zaia che nella sanità veneta ci sono figli e figliastri e che Caino e Abele da tempo esistono anche qui», incalza il consigliere regionale del Pd Claudio Niero «la provincia di Treviso in questi anni è stata sempre trattata come Abele il figlio che ha donato e scarsamente ricevuto. Il governatore dimostri con i fatti che questo territorio non sarà ancora destinato a ricoprire il ruolo del figliastro». L’allusione dell’esponente democratico corre alle parole di Zaia che nei giorni scorsi, parlando nella Marca, aveva paragonato Roma alla figura di Caino, sempre premiata, e il Veneto ad un Abele sempre da punire».
«La realtà è che questa Giunta, compreso il suo presidente, da oltre un mese si alternano tra annunci dal carattere terroristico su ospedali e reparti da chiudere, è promesse tranquillizzanti. Ma nel concreto nessuno dice cosa succederà alla nostra sanità. Col risultato di allarmare gli utenti, che intanto raccolgono ovunque firme contro possibili chiusure. Zaia, responsabilmente, metta fine a questo stillicidio e si impegni nei prossimi quindici giorni a rendere formali non solo le schede ospedaliere ma anche quelle della riorganizzazione territoriale».
Filippo Tosatto – Il Mattino di Padova – 28 maggio 2013