“Vi scrivo per chiedere di esprimere con una vostra comunicazione o, meglio, con una delibera di Giunta o di Consiglio il vostro sostegno”. Questa, in sostanza, la richiesta che il tosiano Andrea Bassi ha inoltrato a tutti i sindaci e ai consiglieri comunali della riviera e dell’immediato entroterra ?per “aggiungere carne al fuoco”, cioè avere una serie di provvedimenti formulati dalle amministrazioni locali che chiedano l’istituzione di una Ulss specifica per l’area gardesana (che ad oggi non rientra nel Progetto di Legge per il riordino delle Ulss e la costituzione dell’Azienda Zero).
“Una battaglia per il buonsenso e contro le discriminazioni territoriali a suon di provvedimenti – commenta Bassi – che deve proseguire sui banchi del Consiglio regionale ma anche nelle amministrazioni locali: i primi cittadini facciano sentire la loro voce”.
Nel frattempo in Consiglio Regionale prosegue la discussione del progetto di legge numero 23 quello che dovrebbe istituire l’Azienda Zero e ridefinire il numero e la composizione delle Ulss (che diventerebbero 9, ovvero due nel veneziano e nel vicentino e una unica per le rimanenti cinque province venete).
“I turisti del veneziano meritano forse più attenzione di quelli del veronese? – si chiede i consigliere regionale – anche i sindaci gardesani devono schierarsi per chiedere l’istituzione di una ulteriore Ulss, ovvero la numero 10 “Gardesana”, richiesta per cui ho presentato uno specifico emendamento”.
L’Ulss Gardesana avrebbe sede centrale presso gli attuali uffici dell’Ulss 22 ovvero a Bussolengo e sarebbe composta da 25 comuni appartenenti all’area del Garda, del Baldo, dell’alta Val d’Adige, della Valpolicella occidentale e più in generale del nord-ovest veronese. Ne farebbero parte, nel dettaglio, i comuni di Affi, Bardolino, Brentino Belluno, Brenzone, Bussolengo, Caprino Veronese, Castelnuovo del Garda, Cavaion Veronese, Costermano, Dolcè, Ferrara di Monte Baldo, Fumane, Garda, Lazise, Malcesine, Pastrengo, Pescantina, Peschiera del Garda, Rivoli Veronese, San Zeno di Montagna, Sant’Ambrogio di Valpolicella, Sommacampagna, Sona, Torri del Benaco e Valeggio sul Mincio.
“Vale lo stesso ragionamento svolto per il Veneto Orientale – spiega il tosiano – anche quella gardesana è un’area ad alta concentrazione turistica per più mesi all’anno (nel 2015 siamo arrivati alla cifra record di oltre 12 milioni di presenze turistiche) che accrescono i bisogni sanitari dell’area che non può quindi essere inglobata in un’Ulss provinciale che inevitabilmente non sarebbe in grado di considerare questa peculiarità e offrire risposte conseguenti”.
“Se l’Azienda Zero andasse in porto senza l’Ulss gardesana – prosegue Bassi – per Verona il risultato della riforma sanitaria sarebbe tragico: le tre Ulss attuali (Ulss 20 di Verona, Ulss 21 di Legnago e Ulss 22 di Bussolengo) sarebbero ridotte in una unica Ulss provinciale denominata “Scaligera”, che andrebbe a sovrintendere ai bisogni di quasi un milione di abitanti. A differenza, appunto, di altre realtà venete come la provincia di Vicenza (dove le Ulss saranno due, una nel capoluogo e una a Bassano) o di Venezia (dove le Ulss saranno sempre due, una nel capoluogo e una a San Donà).
“Una sperequazione inaccettabile che creerebbe cittadini veneti di serie A e di serie B. Soprattutto per la motivazioni usate dal presidente Zaia in avvio di seduta, per spiegare questo diverso trattamento delle provincie venete: ovvero che a Bassano (e quindi nel vicentino) è stata riconosciuta l’Ulss perché gli è appena stato tolto il Tribunale da Roma e che a San Donà è stata individuata la seconda Ulss del veneziano in ragione dei tanti turisti che affollano la riviera adriatica”.
30 giugno 2016