La visita dei veterinari dell’Asl? Decisamente poco gradita. Tanto da arrivare a impugnare un coltellaccio, con lama lunga 32 centimetri e larga 8,5, usato per il taglio di grossi tranci di pesce, e sventolarglielo sotto il naso. E per fortuna che sul posto c’erano già i carabinieri.
Claudio Maggio, 50enne, è stato subito riportato a più miti consigli. Certo, non si sa se avrebbe veramente dato fondo agli intenti bellicosi, ma non si poteva certo correre il rischio che qualcuno facesse la fine del tonno durante la mattanza.
Maggio è dunque finito ai domiciliari con le accuse di minaccia aggravata e resistenza a pubblico ufficiale. Tutto è avvenuto di buon mattino, intorno alle 8, quando, in uno dei magazzini all’ingrosso del pesce di Gallipoli, di proprietà di un parente del 50enne, si sono presentati gli ispettori del servizio veterinario dell’Asl di Maglie, per un controllo igienico sul pescato. Sembra che gli animi si siano surriscaldati subito, tanto che, per portare a termine le verifiche, senza intoppi, i sanitari hanno dovuto chiamare i carabinieri.
Una pattuglia è quindi arrivata sul posto e le ispezioni sono ricominciate, di buona lena e senza intoppi. Almeno fino a quando non è scoccata l’ora di tirare le somme. E quando sono state comunicate le sanzioni al proprietario del magazzino, Maggio ha ricominciato a dare in escandescenza, fino ad afferrare quel coltello e generare l’immediata reazione dei carabinieri, che l’hanno subito bloccato, prima che la situazione degenerasse. Sentito il magistrato di turno, s’è deciso di procedere con l’arresto. Maggio è finito ai domiciliari. Il coltello sotto sequestro.
Sempre in tema di alimenti e controlli igienici, ma questa volta nel nord Salento, i carabinieri della stazione di Guagnano e dei Nas, hanno sottoposto a sequestro venti chili fra pane e biscotti di un commerciante ambulante. Un decreto legislativo del 1967 vieta la vendita ambulante dei prodotti farinacei. L’uomo è stato notato mentre vendeva alcuni panini a un cliente. I militari hanno così scoperto che il suo furgone conteneva diversi chili di prodotti che, per ragioni soprattutto igieniche, si possono commercializzare o in punti vendita fissi o, al massimo, in quelli attivi in mercati coperti, ma sempre fatte salve le misure sanitarie necessarie.
12 giugno 2012