E’ una questione di soldi il mancato trasferimento di Ilaria Capua e della sua équipe dall’Istituto zooprofilattico delle Venezie di Legnaro alla torre della ricerca costruita a Padova dalla Fondazione Città della Speranza. I 3 milioni di euro deliberati dal ministero della Salute a favore dell’Izsve proprio per il nuovo Centro di referenza nazionale di ricerca sulle malattie infettive nell’interfaccia uomo/animale diretto appunto dalla virologa non sono mai stati erogati. Lo rivela Igino Andrighetto, direttore generale dell’Istituto: «Quel finanziamento, pubblicato in Gazzetta Ufficiale nel settembre 2011, non è ancora stato autorizzato dal ministero delle Finanze, perciò non abbiamo materialmente i soldi in cassa». Vedi anche i precendenti
E non si tratta solo dei 3 milioni per gli spazi della Capua, ma di uno stanziamento complessivo di 10 milioni». Stanziamento, dice il Dg, «comprensivo anche dei 4,5 necessari a costruire la nuova sede di Verona, per cui abbiamo già comprato il terreno a Bovolino e ultimato il progetto preliminare, di 1,5 per il Centro pet therapy di Montecchio Precalcino e di 1 per il laboratorio alimenti vegetali. Sarebbero dovuti arrivare a luglio ma li stiamo ancora aspettando. Stiamo facendo le opportune verifiche con la Regione, intanto non possiamo intraprendere alcuna iniziativa».
L’altro nodo da sciogliere è il contrasto di valutazioni, tra Città della Speranza e Regione, sulla metratura che Palazzo Balbi potrebbe comprare con altri 3 milioni, suoi, nella torre, per poi darli all’IzsVe. Con una delibera dello scorso aprile, la giunta Zaia parla di due piani, l’ottavo e il nono, ma ieri il presidente dell’Istituto di ricerca Franco Masello è stato categorico: «Con 3 milioni la Regione può comprare un solo piano, l’altro deve acquistarlo lo zooprofilattico, che però dice di non avere i soldi nemmeno per le attrezzature da metterci dentro. Noi possiamo aspettare al massimo fino al 31 dicembre, poi daremo quei locali ad altri, lasciarli vuoti è un costo inutile».
«Ecco un’altra incertezza — incalza Andrighetto — il cda dell’Istituto zoo profilattico ha dato il via libera al trasferimento della Capua basandosi su una delibera regionale dello scorso aprile che parla di due piani, indispensabili al Centro della ricercatrice. Uno non basta e noi i soldi per comprare l’altro non li abbiamo. L’operazione è interessante, ci teniamo anche noi, ma prima dobbiamo trovare delle risposte a questi punti interrogativi. Soprattutto in un periodo di difficoltà economica bisogna riflettere bene prima di compiere passi così importanti, anche perchè da Roma arriva la notizia che saranno decurtati i fondi per gli Istituti zooprofilattici, perciò non possiamo permetterci scelte avventate. Siamo costretti a far quadrare i conti, senza polemiche ma con una certa preoccupazione: se i fondi dal ministero non arrivano, dobbiamo decidere con la Regione cosa fare».
Oggi intanto, Regione e Città della Speranza (che ieri ha ricevuto dalla Fondazione Cariparo un finanziamento di 10 milioni per sostenere dieci anni di progetti di ricerca) avrebbero dovuto firmare il contratto di acquisto dei famosi due piani. La data è slittata al 20 novembre, ma a questo punto bisognerà capire se la superficie in gioco sarà dimezzata o meno.
Michela Nicolussi Moro – Corriere del Veneto – 31 ottobre 2012