La corsa di Zika non si arresta. Dopo essersi propagato in 21 Paesi tra America Latina e Caraibi, il virus minaccia anche l’Europa. Ieri un primo caso è stato segnalato in Danimarca, dove un cittadino è risultato positivo al test al rientro da un viaggio in Sud America.
E mentre il Brasile – dove i contagi sospetti sono saliti a 4180 – ha annunciato l’intenzione di schierare 220 mila soldati contro il virus che provoca la microcefalia nei neonati, ora anche gli Stati Uniti corrono ai ripari. I primi quattro casi accertati nell’area di New York hanno messo in allarme l’amministrazione Obama, che ha chiesto di accelerare la ricerca per mettere a punto un vaccino. I risultati non sono comunque attesi nell’immediato: «Non accadrà in una notte — ha detto lo scienziato Anthony Fauci del National Institutes of Health (Nih) — ma ci sono vaccini in diversi stadi di sviluppo per altri virus della stessa famiglia che offrono un modello per creare qualcosa di simile contro Zika». Intanto le autorità hanno raccomandato alle donne incinte di evitare le zone più colpite dai focolai.
La Stampa – 28 gennaio 2016