Il 23 febbraio è meglio non ammalarsi. La sanità rischia infatti la paralisi a causa di un doppio sciopero che vedrà coinvolti medici e infermieri del Servizio sanitario nazionale. Il rischio è il blocco di ospedali e sale operatorie. Al centro della protesta il mancato rinnovo dei contratti. I medici avevano già fatto una giornata di sciopero lo scorso 12 dicembre con presidio, in Veneto, davanti all’ospedale di Padova. A livello regionale i medici denunciano «comportamento aggressivo» da parte delle aziende sanitarie, condizioni di «disagio lavorativo non più tollerabile», ricorso massiccio «al lavoro precario», mancata o «errata applicazione di buona parte delle norme contrattuali» e il blocco delle dinamiche «di carriera verticale». Dopo questa prima giornata di mobilitazione i medici, i veterinari e i dirigenti sanitari avevano proclamato altre 48 ore di astensione il 9 e 10 febbraio poi rinviate al 23, lo stesso giorno degli infermieri. Lo sciopero dei medici è sostenuto da tutte le sigle sindacali di categoria, a partire di Anaao-Assomed, Fvm e Cimo, ma anche Cgil, Cisl e Uil di settore. Quindi, se da qui al 23, non ci sarà una convocazione per aprire le trattative contrattuali, ci sarà un’altra giornata di sciopero preceduta, il 22 febbraio, da assemblee nelle singole aziende sanitarie.
IL GAZZETTINO – Martedì, 6 febbraio 2018