Il premier rilancia il tema della tassa. Ma di sicuro tra due giorni prenderanno il via il Grande Fratello sulle Entrate e la black list degli evasori
E’ in arrivo una patrimoniale. Ma selettiva e tarata sugli evasori, non come quella che vorrebbe parte del Pd o forse addirittura il governo. Il tema di un intervento shock sulle finanze degli italiani è stato rilanciato ieri dal premier Mario Monti che, intervenendo a un convegno milanese del Financial Times, forse per problemi di traduzione dalla lingua inglese, ha fatto rilanciare immediatamente a tutte le agenzie un messaggio che suonava così: il governo italiano sta mettendo a punto una tassa patrimoniale che non sarà fatta «nottetempo», con chiaro riferimento a quella effettuata nel 1992 dall’esecutivo Amato, né comporterà una fuga di capitali. Le immediate reazioni, politiche e non, hanno indotto subito Palazzo Chigi a specificare che non è in vista alcuna misura del genere e che le parole del premier erano riferite a quanto già fatto. Ma il tema della patrimoniale sul tappeto c’è eccome. La maggioranza che sostiene il governo dei tecnici è spaccata da tempo proprio su un intervento di prelievo sui grandi patrimoni, con parte del Pd che è favorevole e il Pdl nettamente contrario. Ma se questa non è una novità, molti dimenticano che in realtà è in arrivo una vera tempesta su chi non paga le tasse. Si tratta dell’Archivio dei Conti Correnti, arma letale messa a disposizione dell’Agenzia delle Entrate, il cui regolamento attuativo, dopo aver fatto discutere molto, è pronto per essere approvato anche dall’Autorità della Privacy, che dovrebbe deliberare entro la fine della settimana. Se quindi Monti ha ragione a fare marcia indietro sulle parole dette al convegno («Vorrei sdrammatizzare la questione della tassa patrimoniale, esiste in alcuni Paesi altamente capitalisti»), in realtà il professore è ben consapevole che sul fronte del riequilibrio fiscale molto deve essere fatto. A cominciare proprio dalla lotta all’evasione. Ecco quindi che il Grande Fratello fiscale, che dovrebbe partire dal 1 gennaio del prossimo anno dopo l’ok della Privacy, assume connotati cruciali. L’archivio dei rapporti bancari ha infatti esteso i controlli del Fisco anche alle movimentazione dei conti correnti e a una cinquantina di operazioni finanziarie (dagli accessi alle cassetti di sicurezza alla compravendita di oro, come riportato da MF-Milano Finanza del 13 ottobre scorso) e servirà anche a far compilare agli 007 di Attilio Befera una black list di contribuenti infedeli. Rispetto alla versione attuale dell’Archivio dei rapporti finanziari, che finora ha registrato 950 milioni di operazioni e più di 90 milioni di soggetti che hanno effettuato movimenti extra-conto, quella nuova sarà operativa dal 2013 e partirà da controlli già effettuati. Solo due o tre funzionari della direzione centrale Accertamento (e nessun altro) utilizzeranno, a Roma, le movimentazioni bancarie inviate all’Agenzia delle Entrate per stilare «specifiche liste selettive di contribuenti a maggior rischio di evasione». Quindi i dati bancari saranno utilizzati non più solo a valle di un controllo, come nel caso dei tanti blitz messi a segno nell’ultimo anno, da Cortina d’Ampezzo a Capri, ma a monte; in pratica, Fisco e GdF potranno andare a colpo sicuro a scovare gli evasori senza dover più incrociare dati bancari e dichiarazioni, perché tutto ciò sarà già avvenuto prima. Con la conseguenza di velocizzare accertamenti e sanzioni: una sorta di patrimoniale, insomma, ma sugli evasori. (riproduzione riservata)
Milano Finanza – 13 novembre 2012