Dovevano chiuderla e per quello l’hanno commissariata. Poi hanno deciso di farla restare in vita, ma svuotandola dei suoi dipendenti. All’Agenzia regionale socio sanitaria è una continua capriola.
Dovevano chiuderla e per quello l’hanno commissariata. Poi hanno deciso di farla restare in vita, ma svuotandola dei suoi dipendenti. All’Arss, Agenzia regionale socio sanitaria del Veneto, è una continua capriola, tanto che gli stessi dipendenti hanno scritto una lettera aperta denunciando «l’inerzia inaccettabile» e chiedendo «chi guida» la politica veneta.
E dandosi la risposta: «Non il consiglio regionale». L’ultima (per ora) puntata dell’Arss che da commissariata viene tenuta in vita ma senza più organico e trasformata in braccio operativo della giunta, si trova nel cosiddetto “collegato” al decreto sanitario licenziato dalla quinta commissione di Leonardo Padrin: un emendamento all’articolo 3 esautora il direttore dell’Arss (non ancora nominato) dalla formazione dell’organico e fa dipendere il personale dal segretario regionale della sanità. I maligni raccontano che, tra i vari effetti, la novità avrebbe influito anche su una causa per mobbing intentata da un dipendente e su cui si stava tentando di trovare un accordo. Ma con un’Arss svuotata, l’intesa sarebbe più difficile.
Il Gazzettino – 24 ottobre 2012