L’asse Pdl-Pd boccia emendamenti della giunta. Metà Lega lascia l’aula
Venezia – Maggioranza più che mai divisa, con metà Lega che a “bocciature” avvenute ha abbandonato l’aula.
Sul piano sanitario le frizioni tra Pdl e Lega sono riaffiorate per il secondo giorno consecutivo: dopo gli emendamenti-Coletto che hanno fatto insorgere il Pdl (e che ieri sono stati bocciati grazie ad un solido asse Pdl-Pd), questa volta a sancire la frattura, la proposta di Pettenò (Sinistra Veneta) appoggiata dal Carroccio, di discutere sul taglio delle Asl. Proposta che una maggioranza trasversale, con Pdl compatto, ha rispedito al mittente. Questione di non poco conto, se si ricorda che il primo a ragionare sull’opportunità di fare una salutare razionalizzazione era stato proprio il presidente Luca Zaia e aveva pure trovato non poche convergenze al di fuori della Lega. Il Carroccio incassa, ma non digerisce: «Peccato – ha sottolineato il capogruppo Caner – perché “grazie” ad alcuni colleghi abbiamo perso l’occasione di dimostrare ai veneti di tenere più ai servizi che alle careghe. Dopo il voto di oggi, comunque, la Lega ha la coscienza totalmente a posto». E qualcuno ha anche aggiunto anche “la memoria lunga”. A mandare in fibrillazione la maggioranza ci aveva pensato Pietrangelo Pettenò (Sinistra Veneta) proponendo il dimensionamento su base provinciale delle Asl, riducendone il numero dalle attuali 21 a non più di 10. Proposta accolta dal capogruppo della Lega Federico Caner (del resto non era stato il governatore Luca Zaia a lanciare in tempo non sospetto la proposta di creare 7 Asl provinciali?). A ruota Diego Bottacin (Verso Nord) da sempre favorevole a una forte contrazione del numero delle aziende sanitarie (massimo 5), il capogruppo di Italia dei Valori Gustavo Franchetto e Stefano Valdegamberi dell’Udc, favorevole a disegnare bacini ottimali di 500-600 mila abitanti per una più razionale distribuzione dei presidi ospedalieri e dei servizi. Emendamento che ha sollevato le ire del Pdl: Bond ha accusato la Lega di voler fare dietrofront e “di sconquassare l’intero piano”, oltre che di Padrin. No secco del Pd (Puppato: «Non ci prestiamo a questi giochi irresponsabili»). E il secondo ko per il Carroccio è arrivato con gli emendamenti-Coletto (quelli che intendevano riconsegnare potere all’esecutivo sulla nomina del segretario generale e sulle schede, sfilandolo a Consiglio e V. Commissione), anche se era nell’aria. Lo stesso assessore non faceva mistero di una fumata nera, tenuto conto che già l’altro ieri tra riunioni palesi e carbonare i giochi erano stati organizzati. Alla fine i tre emendamenti-Coletto sono stati votati solo dalla Lega e da Verso Nord. Anche in questo caso l’asse Pd-Pdl è stato determinante nello spaccare la maggioranza e nel mettere in un angolo il Carroccio. Emendamenti bocciati (solo uno a onor del vero, per gli altri non c’è stato i tempo, ma le dichiarazioni di voto erano chiare), ma con il “coup de théâtre” finale, promesso dall’assessore Luca Coletto ancora ieri e mantenuto, ad aula piena (anche se Italia-Croazia incombeva). Cosciente che i tre emendamenti della Giunta sarebbero stati votati solo dal Carroccio, ha buttato sul tavolo il jolly. Un parere del legislativo della Giunta e un altro analogo che arrivato dall’alto (legislativo, del Ministero della Salute) sulla non conformità dei tre punti che consegnano al Consiglio nomina del segretario generale e parere vincolante della V. Commissione nella schede. «A fronte del parere legislativo della Giunta e del Ministero, mi sento tranquillo – ha detto Coletto – Del resto mai avrei presentato emendamenti se non fossi stato confortato da tali pareri». E la battaglia adesso esce dal Consiglio perchè pare proprio che il Carroccio non abbia proprio alcuna intenzione di archiviare la vicenda, impugnandola in tutte le sedi idonee. E tra gli emendamenti che hanno invece trovato fortuna quello presentato da Mauro Mainardi e Maria Luisa Coppola del Pdl, sottoscritto anche da Graziano Azzalin del Pd, con il quale si riconosce in modo esplicito la specificità del territorio polesano.
Il Gazzettino – 15 giugno 2012