O in tempi ragionevoli (si parla di sei mesi o poco più) il parlamento vara la legge delega sul lavoro. O il governo stralcerà i temi più urgenti. E andrà avanti in altro modo. Sottinteso: via decreto. Parola del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ieri a Milano per un convegno organizzato dall’agenzia per il lavoro Adecco con il patrocinio della regione Lombardia.
Poletti è entrato di nuovo sul delicato tema della concertazione: «Negli ultimi dieci anni ha paralizzato l’azione dei governi. Ciascuno deve abbassare la propria bandiera. Le bandiere sono importanti: ci dicono chi siamo e da che storia arriviamo. Ma a volte vanno davanti agli occhi e impediscono di vedere il futuro». Per quanto riguarda i possibili argomenti oggetto di stralcio, Poletti non si sbilancia. Di certo i contenuti «forti» della delega sono soprattutto la riforma degli ammortizzatori, la semplificazione contrattuale e la creazione di una agenzia nazionale per il lavoro.
Il ministro del Lavoro ha rilanciato sulla Garanzia giovani. Come opportunità in sé: 1,5 miliardi Ue tra fondi Ue e nazionali per offrire opportunità di lavoro a 900 mila giovani. Ma anche come prova generale della riforma dei servizi per l’impiego. A oggi i giovani che si sono iscritti al portale della Garanzia Giovani sono 50 mila. Il ministro ha annunciato una campagna di informazione che scatterà subito dopo le elezioni europee. «Ma attenzione, non sarà indirizzata ai giovani, quelli ci sono già. Ci rivolgeremo piuttosto alle imprese. Abbiamo bisogno delle loro opportunità di lavoro».
Ma la Garanzia giovani suscita anche qualche perplessità. Tra i dubbiosi c’è Pietro Ichino, giuslavorista, senatore di Scelta Civica. «I centri per l’impiego non si sono ancora attivati per contattare i 50 mila iscritti al portale della Garanzia Giovani. Avanti così e l’iniziativa sarà un buco nell’acqua», ha detto Ichino, ieri, durante una videochat sul sito del Corriere con il giuslavorista Tiziano Treu.
Cruciali per l’attuazione della Garanzia Giovani saranno le regioni. La Lombardia è già partita con il sistema della «dote lavoro». Determinate a entrare in partita anche le agenzie per il lavoro private. Ieri Adecco ha annunciato lo stanziamento di 10 milioni aggiuntivi per la formazione. Una buona parte andranno ad aiutare giovani con profili distanti da quelli cercati dalle aziende. «Contatteremo diecimila imprese entro settembre – ha assicurato l’amministratore delegato Federico Vione –. L’obiettivo è creare 100 mila posti colmando il gap che esiste tra occasioni d’impiego reali e curriculum dei giovani disoccupati».
Rita Querzé – Corriere della Sera – 20 maggio 2014