IL Corriere del Veneto. Il “cuore” dell’epidemia trevigiana è sempre il distretto di Asolo, che pesa il doppio degli altri. L’Usl 2 ieri ha evidenziato che molti dei nuovi ricoveri arrivano dall’area di Montebelluna e Castelfranco (vengono portati a Vittorio Veneto, dopo che gli ospedali locali sono diventati Covid-free, 4 su 5 solo negli ultimi giorni). I provvedimenti nelle scuole dopo casi di contagio sono 109, trenta in più della settimana scorsa: 41 sono nel distretto di Treviso, 30 in quello di Pieve, 38 in quello di Asolo che però ha metà della popolazione del primo. All’ultimo round di tamponi, il Covid point di Treviso ha avuto 54 positività, Conegliano 49, Altivole 102 (è l’unico ancora aperto in Castellana). Non può essere più solo una coincidenza.
La Castellana e l’Asolano sono state le zone della Marca col più alto tasso di contagiosità durante tutta la seconda ondata, fin dal ritorno dei casi dopo l’estate. Durante l’inverno l’area è stata martoriata dal Covid e l’ospedale di Montebelluna è diventato l’epicentro delle cure, sotto stress continuo per i numerosi arrivi di pazienti, mentre i Covid point venivano rafforzati per aumentare la disponibilità di test. A dicembre l’Usl 2 ipotizza che la variante inglese abbia fatto capolino in quell’area, l’ex distretto di Asolo, con una contagiosità e una diffusione del virus maggiore rispetto al resto della provincia (con la successiva conferma dei dati raccolti dai sanitari). E adesso è ancora Altivole il centro per i tamponi col maggior numero di accessi e di positivi, ed è il distretto di Asolo quello col maggior numero di contagi nelle scuole.
Com’è possibile tutto questo? Il dg Francesco Benazzi prova ad azzardare una questione anagrafica: «È il distretto con la popolazione più giovane, che oggi è maggiormente esposta». Medici e professionisti sanitari ribadiscono che la colpa potrebbe essere sempre della variante inglese, più pervasiva e aggressiva di quella “normale”. Ma una spiegazione a un boom così lungo nel tempo ancora non c’è, i campioni sono stati analizzati e il motivo di tanti casi, tanti decessi e tanti ricoveri non è stato compreso fino in fondo. Eppure, tornando indietro, pensando ad altre statistiche sanitarie, la Castellana ha avuto per anni un record provinciale: quello degli anti-vaccinisti, genitori contrari alle iniezioni quando l’immunizzazione dei bambini è diventata obbligatoria a scuola. Le percentuali di minori vaccinati storicamente è di due o tre punti percentuali inferiore ai distretti di Pieve e Treviso. Ora: che i due fenomeni siano collegati non è suffragato da prove, ma le vicende sono affini e possono condurre a fare delle ipotesi.