Cinque nuovi lupi accertati in Lessinia: sono gli ultimi cuccioli dell’ormai prolificissima coppia alfa Slavc e Giulietta, la stessa che, a partire dal 2012 hanno colonizzato l’altopiano veronese. Per la femmina di lupo italiano si tratta del quinto parto, tutti avvenuti con cadenza annuale e tutti scoperti sempre tra agosto e settembre.
Anche in questo caso il copione è stato simile a quello degli altri anni: i carabinieri forestali delle stazioni di Bosco Chiesanuova e di Ala hanno avvistato il branco con i due esemplari anziani e i lupacchiotti, giunti al quarto mese d’età. La cucciolata, dunque, sarebbe stata partorita attorno a maggio. Difficile calcolare quanti esemplari sono rimasti in zona. Il sindaco di Bosco, Claudio Melotti, scommette in almeno una ventina: «Secondo le stime dei cacciatori, i numeri potrebbero essere ancora superiori», aggiunge. Alcuni, con tutta probabilità, si sono spostati verso est, nel Vicentino dove hanno «colpito» fino alle pendici del Grappa: ha fatto particolare rumore, in particolare, una predazione in una malga in cui sono state uccise quindici pecore. In zona, invece, l’ultima predazione è stata segnalata domenica mattina, a malga Cime di Sega di Ala, in Trentino, ma a poche centinaia dal confine comunale con Erbezzo: uccisa una manza, di cui è stata ritrovata solo la parte anteriore.
Alla luce di questi episodi, l’assessore regionale all’Ambiente Giuseppe Pan, ha ribadito la linea: «Il piano di conservazione di questa specie così com’è non va: chiediamo deroghe per le aree dove la presenza del lupo appare insidiosa per l’attività umana- Sono consapevole che la perdita in questi casi non è solo economica, ma anche in qualche modo affettiva. Riconosco che la presenza del lupo in Veneto è fonte di grave preoccupazione per gli allevatori. Purtroppo la Regione non ha sufficienti poteri per gestire la presenza di questi carnivori, la cui specie è tutelata dalla normativa europea e nazionale. Ho cercato di intraprendere tutte le azioni in mio potere, proponendo un piano di controllo su scala regionale, ma questo provvedimento è stato bocciato a Roma. Come Regione Veneto, comunque, non molleremo la presa e continueremo a chiedere al ministero per l’Ambiente di introdurre nel piano nazionale di conservazione e gestione del lupo specifiche eccezioni per le nostre zone interessate da allevamento».
Nella 2017, finora, si sono contati in Veneto ben 106 predazioni, tutte concentrate nelle province di Verona, Vicenza e Belluno. Si tratta del numero più alto da quando è attestata la presenza del lupo: nel 2016 i capi predati erano stati 83, nel 2015 48 e 54 nel 2014, concentrati, però, nella sola Lessinia. Secondo gli allevatori, però, sono numeri che potrebbero essere sottostimati: alcune predazioni, infatti, non sarebbero state riconosciute come opera del lupo, ma generalmente attribuiti a canidi.
Davide Orsato – Il Corriere del Veneto – 19 settembre 2017