L’industria dei mangimi viaggia in controtendenza rispetto alla crisi che ha colpito il settore agroalimentare. Nel 2011, infatti, sono cresciuti sia la produzione (+1,8% rispetto ai dodici mesi precedenti) che ha raggiunto quota 14 milioni e mezzo di tonnellate, sia il fatturato (+13,5%) passato da 6,65 miliardi del 2010 ai 7,55 miliardi del 2011.
I dati sono stati illustrati ieri a Bologna dall’assemblea annuale dell’Associazione nazionale dei produttori di alimenti zootecnici (Assalzoo) che ha eletto anche Alberto Allodi, 65 anni, alla presidenza dell’associazione. L’impennata dei costi Il trend positivo della produzione di mangimi, tuttavia, ha dovuto fare i conti con dinamiche che hanno inciso «profondamente» sui profitti del settore. In primo piano l’aumento record dei prezzi delle materie prime, che nel 2011 hanno registrato un rialzo medio del 17% rispetto al 2010. I cereali (mais, orzo e grano), in particolare, hanno raggiunto quotazioni record con impennate del 35%. «Negli ultimi due anni – ha spiegato il presidente uscente di Assalzoo, Silvio Ferrari – gli incrementi hanno superato il 60%, con un duro contraccolpo sui costi di approvvigionamento per i produttori al quale si sono aggiunti gli incrementi del costo del lavoro (+7% circa negli ultimi due anni) e quelli di energia, trasporti e tasse. Lo scenario economico non positivo e la forte volatilità dei prezzi hanno irrimediabilmente eroso i ricavi dei mangimisti italiani che, a fronte di un aumento della produzione e del fatturato, hanno dovuto ridurre i margini per evitare di trasferire su allevatori e industria alimentare – e quindi in definitiva sui consumatori italiani – il costo della crisi». Cresce la domanda per i bovini Nel dettaglio, il 2011 ha visto un aumento della produzione di mangimi per l’alimentazione di bovini (+2%), pari a 3,75 milioni di tonnellate, e dei suini (+ 6,8%), pari a 3,46 milioni di tonnellate. Praticamente stabili i mangimi per l’avicoltura che hanno registrato un lievissimo decremento (-0,5%) con una produzione totale di 5,7 milioni di tonnellate. Il valore delle esportazioni nel 2011 è cresciuto del 12,4 per cento (254 milioni di euro), quello delle importazioni ha fatto segnare +4,1 per cento, pari a 655 milioni di euro, con un saldo negativo di 401 milioni di euro che segnala ancora una volta la forte dipendenza dell’industria italiana nell’approvvigionamento dall’estero.
Ilsole24ore.com – 23 giugno 2012