“Dal depotenziamento dell’Azienda Zero a una rivisitazione dell’organizzazione territoriale tenendo conto dei flussi reali di utenza”. Questo è il pacchetto di emendamenti presentato da Lista Tosi e il Veneto del Fare sul progetto di legge 23 che ridisegna la sanità veneta, e diffuso con una nota dopo la conferenza stampa organizzata a Palazzo Ferro-Fini dalle opposizioni.
La nota riassume gli emendamenti in cinque punti, cinque macrotemi generali. “Primo punto è il depotenziamento dell’Azienda Zero da trasformare in agenzia a diretto controllo regionale e amministrata da un direttore. Il servizio ispettivo – secondo i tosiani – deve essere gestito direttamente dal Consiglio Regionale, e in capo allo stesso organo deve ricadere il compito di nominare i revisori. No dunque a un’Azienda Zero come soggetto autonomo e fuori controllo e no a un servizio ispettivo inglobato nell’azienda stessa, questo per non trasformare il controllato in controllore. Il secondo punto – continua la nota di tosiani e Veneto del Fare – riassume la richiesta di rivedere le risorse straordinarie del fondo unico per la non autosufficienza secondo una distribuzione che tenga conto della popolazione totale e degli over 65 e i disabili. Per terza cosa si chiede di rafforzare il ruolo delle conferenze dei sindaci dal momento che i comuni partecipano attivamente con una quota alla spesa sociale per i servizi locali. I temi del sociale sono temi territoriali, per questo i Sindaci devono avere un ruolo maggiore”. “Lista Tosi e il Veneto del Fare prendono alla lettera le dichiarazioni del governatore Luca Zaia quando parla dei consistenti risparmi derivanti dall’introduzione dell’Azienda Zero tanto che come quarto punto chiedono che quella quota sia reinvestita per azzerare i ticket sanitari. Il quinto punto, infine parla di territorio con la richiesta di rivisitare l’organizzazione proposta nel progetto di legge tenendo conto in maggior misura dei flussi dei malati e dei carichi turistici”. Nel loro documento tosiani e Veneto del Fare presentano casi esemplari: “Il primo è ad esempio il caso di Padova che secondo il pdl 23 va a formare un raggruppamento troppo grande: la nostra proposta è accorpare Padova sud con l’Ulss Polesana e Padova nord con l’Ulss Pedemontana lasciando per Padova una struttura più snella. Il secondo – conclude la nota – è il caso di Verona Lago di Garda che in virtù del carico turistico andrebbe suddivisa in due Ulss così come avviene per Venezia. Infine Belluno che per la sua natura montana andrebbe gestito con due Ulss Dolomitica e Prealpina”.
22 giugno 2016