Lite Fornero-Patroni Griffi sui licenziamenti dei dipendenti pubblici. Poi la “tregua” con una nota. Ma il tema è sul tavolo
Nuovo duello sul licenziamento individuale dei dipendenti pubblici tra i ministri della Funzione pubblica e del Lavoro, Filippo Patroni Griffi e Elsa Fornero. Il primo annuncia che nella delega non ci saranno norme sui licenziamenti disciplinari dei travet, rinviando la materia al voto del Parlamento, e subito la collega del welfare ricorda di essere ministro per le pari opportunità: così auspica «parità di trattamento tra i lavoratori del settore pubblico e quelli del settore privato». La diversità di vedute – «solo apparente», spiegano dai due ministeri interessati – si chiude però in serata con una nota congiunta, che sembra dare una botta al cerchio ed una alla botte.
Il comunicato ribadisce l’unità d’intenti dell’esecutivo e comunque conferma: il tema del licenziamento dei dipendenti pubblici è sul tavolo e sarà esaminato dal Cdm. «Il primo obiettivo della delega che presto sarà discussa dal Consiglio dei ministri – sottolineano i ministri della Funzione Pubblica e del Lavoro nella nota congiunta – è migliorare la Pubblica Amministrazione. Il secondo è renderla più efficiente. Il terzo è aumentare la sua produttività. Il quarto è fare in modo che sia più trasparente». Per Filippo Patroni Griffi e Elsa Fornero «i licenziamenti sono una sanzione e possono essere un deterrente. Dunque sono uno strumento, non l’unico. L’importante – aggiungono – è che ci sia una Pubblica Amministrazione al servizio dei cittadini e di un sistema economico inclusivo».
A soli dieci giorni dal primo scontro sulla questione («mi auguro che qualcosa di simile a quello che abbiamo fatto per i dipendenti privati sulla possibilità di licenziare sia inserito nella delega per i dipendenti pubblici», aveva detto Fornero mentre Patroni Griffi aveva assicurato che il tema era inserito nel testo della delega) i ministri tornano su un tema che resta spinosissimo. Se infatti esiste in teoria la possibilità di licenziare nel pubblico impiego per motivi economici (il personale in eccedenza può essere messo in una lista di «disponibilità» per 2 anni e alla fine del periodo anche licenziato) nella sostanza i dipendenti pubblici hanno sempre avuto garanzie sulla stabilità del posto di lavoro. I licenziamenti disciplinari sono previsti (dalla legge e dai contratti collettivi) ma i casi di effettiva risoluzione del contratto di lavoro per queste ragioni sono scarsissimi: nel 2011 solo per gli Enti Locali sono stati poco più di 200. Per i lavoratori privati invece non solo c’è la naturale possibilità delle aziende di licenziare qualora ci sia un giustificato motivo (oggettivo nel caso di difficoltà economiche dell’impresa, soggettivo per motivi disciplinari) ma con le nuove regole in caso di licenziamento illegittimo (senza giusta causa o giustificato motivo) il reintegro nel posto di lavoro potrà essere sostituito da un indennizzo economico.
«Nei giorni scorsi – ha detto Fornero a proposito della parità di trattamento tra lavoratori pubblici e privati – avevo già espresso questo auspicio e credo che debba essere preso in considerazione. Io sono anche ministro delle Pari Opportunità che non riguarda solo uomini e donne ma anche lavoratori pubblici e privati, lavoratori immigrati e lavoratori nativi. C’è un concetto più ampio e mi parrebbe in contrasto con il mio mandato se dicessi che le cose dovessero andare diversamente». Sciogliere il nodo dei licenziamenti «non sarà semplicissimo» per il Parlamento, ha sottolineato Patroni Griffi – perchè bisogna definire la «responsabilità dei dirigenti per il pagamento degli eventuali indennizzi». «Quello di Fornero – ha detto il numero uno della Fp-Cgil Rossana Dettori – è un modo populista e semplicistico di mettere gli uni contro gli altri, un atteggiamento irresponsabile. Il suo impegno sul tema delle pari opportunità ha prodotto solo risultati modesti o simbolici, in alcuni casi persino controproducenti».
La Stampa – 5 giugno 2012