Confronto aperto sui Lea, ecco il testo definitivo vistato dal Mef e inviato dalla Salute alle Regioni. Seduta il 7 settembre
Anteprima. Confermato l’impatto complessivo pari a 771,8 milioni di euro, i Lea – vistati finalmente dal ministero dell’Economia e delle Finanze – sono stati trasmessi con tutti gli allegati dall’Ufficio di Gabinetto del ministero della Salute nella loro versione definitiva alle Regioni, cui dovrebbero essere sottoposti per l’Intesa necessaria, come ha annunciato nei giorni scorsi la ministra Beatrice Lorenzin, entro il mese di settembre. Tra i “punti forti” del provvedimento, l’aggiornamento dei nomenclatori protesi e ausili e della specialistica ambulatoriale, l’inserimento di adropatia e ludopatia, l’ampliamento dell’elenco delle patologie rare, la revisione del decreto ministeriale che rivede e corregge il Dm sull’appropriatezza prescrittiva, la legge sugli screening neonatali obbligatori, approvata dalla commissione Igiene e Sanità del Senato. I nuovi “Livelli” non resteranno fermi per decenni, come è successo alla versione oggi in vigore del 2001.
Spetterà alla Commissione nazionale per l’aggiornamento dei Lea e la promozione dell’appropriatezza nel Ssn formulare la proposta di aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza per l’anno 2017 entro il 28 febbraio prossimo. La priorità nella revisione saràa assegnata alla ridefinizione delle prestazioni o alla modifica delle loro modalità erogative, «garantendo il mantenimento della compatibilità tra risorse e prestazioni da erogare in maniera omogenea sul territorio nazionale, secondo le modalità erogative appropriate, da finanziare in base alla quota d’accesso».
L’articolo 5 dello schema d’Intesa tocca il tema degli Interventi di appropriatezza prescrittiva: spetterà a un Accordo Stato-Regioni individuare i criteri e le modalità per verificare che il comportamento prescrittivo dei medici sia «conforme alle comdizioni di erogabilità e alle indicazioni di appropriatezza», di cui al Dpcm allegato all’Intesa sui Lea. In sede di revisione dei contratti, saranno poi individuate le modalità di applicazione della riduzione del trattamento accessorio e delle quote variabili «a seguito di accertata non conformità dei comportamenti prescrittivi».
Confronto aperto sui «Lea». Il 7 settembre seduta straordinaria della Stato-Regioni sul piano che rivede le prestazioni del Ssn con una dote di 771 milioni
È una scommessa da 771,8 milioni l’anno. Una complessa e delicata operazione di taglia e cuci con prestazioni sanitarie che si aggiungono ed altre che escono. E che saranno pagate dagli italiani, chissà quanto e se allo stesso modo in tutta Italia. Con una dose alleggerita di «appropriatezza» prescrittiva anti-spreco, che chiamerà in causa i medici. Eccoli finalmente i Lea, i livelli essenziali di assistenza sanitaria che lo Stato deve garantire ai cittadini. L’asticella di base che, secondo la manovra 2016, ogni anno andrà aggiornata in base alle nuove evidenze scientifiche, dopo che per ben 16 anni si era rimasti al palo. Quasi che la scienza, e i bisogni di cura, non avessero intanto completamente cambiato volto.
Una scommessa, perché i governatori vogliono vederci chiaro. Tanto che sulla bozza del voluminoso documento inviato dalla ministra della Salute, Beatrice Lorenzin – anticipato dal quotidiano digitale Sanità24 – ci sarà una seduta straordinaria della conferenza Stato-Regioni mercoledì 7 settembre. Le Regioni d’altra parte hanno messo da tempo le mani avanti, con un via libera temporaneo condizionato alla valutazione sul campo dell’effetto del provvedimento e, dunque, alla tenuta reale delle risorse finanziarie messe in campo. Il provvedimento non entrerà immediatamente in vigore (ed è già in ritardo abbondante): dopo il sì delle Regioni ci sarà il passaggio parlamentare e poi ancora servirà l’ok di Palazzo Chigi. Solo allora, e dopo la pubblicazione in Gazzetta, i nuovi Lea saranno operativi. Ben che vada, dunque, tra ottobre e novembre. Per poi subire un eventuale nuovo scossone nel 2017.
Prevenzione, assistenza distrettuale e cure ospedaliere: queste le tre maxi-aree in cui si articolano le prestazioni offerte. Non poche le novità, a partire dalla riscrittura del Nomenclatore delle protesi e degli ausili, che manda in soffitta i presìdi più obsoleti. D’ora in poi, il cittadino che voglia ancora il plantare diventato “vecchio” secondo i criteri Lea, dovrà acquistarlo a proprie spese. Saranno invece garantiti dal Ssn ausili hi-tech: dai comunicatori oculari alle tastiere adattate per persone con gravissime disabilità; dagli arti artificiali a tecnologia avanzata ai sistemi di riconoscimento vocale e di puntamento dello sguardo. E cambia faccia anche la specialistica ambulatoriale: d’ora in poi il nuovo Nomenclatore includerà prestazioni che 15 anni fa erano considerate sperimentali e quindi eseguibili solo in regime di ricovero. Ora, entrate di routine nella pratica clinica, saranno erogabili in ambulatorio. Anche se andrà capito l’importo della compartecipazione dei cittadini. I nuovi Lea garantiscono in ogni caso prestazioni molto innovative come l’adroterapia e individuano chiaramente tutte le prestazioni di procreazione medicalmente assistita (pma) a carico del Servizio sanitario e finora offerte solo in regime di ricovero.
La nuova griglia recepisce poi interamente il Piano nazionale vaccini, che con il suo calendario vaccinale “esteso” – ad esempio entrano l’anti papillomavirus offerto anche ai maschi, l’anti pneumococco e l’anti meningococco – assorbe il 30% circa del budget complessivo.
Ancora: il nuovo Dpcm aggiorna l’elenco delle malattie rare e recepisce le due leggi appena approvate dal Parlamento: quella sulla tutela dei soggetti autistici (la n. 134/2015) e quella sugli screening metabolici obbligatori alla nascita, approvata giovedì dalla commissione Igiene e sanità del Senato. Rivisto, poi, il panel delle malattie croniche: entrano nei Lea sei nuove patologie esenti, tra cui l’endometriosi negli stadi medio e grave, ed escono dalle “rare” per entrare nelle “croniche” la sindrome di Down e la celiachia.
I nuovi Livelli essenziali di assistenza puntano infine a disinnescare la “bomba” dell’appropriatezza. L’articolo 16 del Dpcm sigla la pace tra la ministra e i medici prescrittori: il camice bianco potrà continuare a prescrivere tutto quanto riterrà opportuno, fatto salvo l’obbligo di inserire in ricetta il sospetto diagnostico. Le eventuali sanzioni per iperprescrizione sono demandate ai contratti in via di riscrittura. (Barbara Gobbi e Roberto Turno – Il Sole 24 Ore)
Il Sole 24 Ore sanità – 6 agosto 2016