Riprendono martedì gli interrogatori dei veterinari coinvolti nell’inchiesta sulla profilassi contro la tubercolosi sui capi bufalini nella valle dell’Amaseno. I primi veterinari, interrogati venerdì, hanno in sostanza ribadito che la normativa, così com’è, è inapplicabile.
Ma il nocciolo della questione è proprio qui: i nove, infatti, sono accusati di non aver effettuato in modo corretto la profilassi contro la tubercolosi sulle bufale. Ebbene, dagli interrogatori sta emergendo che in molti sapevano che la profilassi veniva eseguita in maniera ”superficiale” perchè – a loro dire – il protocollo imposto dal Ministero è inadeguato e lacunoso.
Ma se il protocollo è inadeguato – osserva il Nas – perchè non lo hanno segnalato prima? Infine il Nas vuol capire anche se vi fosse una sorta di complicità tra veterinari e allevatori i quali, in caso di profilassi, dovevano sospendere la produzione di latte. Una eventualità, questa, che certo non li rendeva felici. Intanto i 9 veterinari restano ai domiciliari.
Nel frattempo la Coldiretti prende posizione su quanto accaduto. Dice il direttore Paolo De Cesare: «Riteniamo doveroso sottolineare che gli allevatori della valle dell’Amaseno non temono i controlli. Noi chiediamo, pertanto, una ancor maggiore azione di controllo a tutela degli allevatori e dei consumatori, ma non siamo disposti ad azioni perpetrate contro la qualità di un prodotto ambito e ricercato».
Il Messaggero – 9 dicembre 2012