Lonigo. Restano 21 pozzi inquinati da sostanze perfluoro-alchiliche. Da domani scatta l’ordinanza che vieta di attingere acqua
Sono 51 i pozzi fuori norma, sui 500 presenti nel territorio di Lonigo. Per 21 di questi domani scatterà l’ordinanza che vieta di attingere acqua. Allacciarli all’acquedotto richiederebbe un’estensione della rete e un investimento di 700mila euro, di cui Acque del Chiampo non dispone. Per questo il sindaco, Giuseppe Boschetto, promette di installare entro una settimana quattro fontanelle per l’approvvigionamento di acqua potabile.
Sono stati i temi ambientali a tener banco, nell’ultima seduta del consiglio comunale. Maggioranza e opposizione si sono affrontate sulla questione dell’inquinamento dell’acqua da sostanze perfluoro-alchiliche e sul rinnovo della convenzione con l’Agenzia Giada, per attività finalizzata alla sostenibilità ambientale del distretto conciario. Dopo un pensiero al vicesindaco Roberto Nisticò, assente per problemi di salute, è intervenuto il capogruppo della Lega Nord, Giorgio Nicolin, da tempo impegnato sul fronte della contaminazione da Pfas della falda. Ha ricordato la «pericolosità per la salute di queste sostanze, a causa della facilità con cui si accumulano negli organismi». Nicolin è convinto che l’amministrazione «non abbia fatto abbastanza per fronteggiare questo disastro ambientale». La prima azione da intraprendere, secondo il leghista, è «pescare l’acqua più a nord, dove non sussiste il problema delle Pfas». Il sindaco Giuseppe Boschetto ha ricordato l’azione intrapresa grazie al sostegno di “Acque del Chiampo”. «Grazie al doppio filtraggio di Acque Veronesi e Acque del Chiampo, l’acqua che esce dai rubinetti leoniceni è di ottima qualità». Le ultime analisi indicano quantità di Pfoa pari a 65 nanogrammi per litro, contro un livello di performance indicato dal Ministero della Salute di 500 ng/1, e quantità di Pfos (la sostanza più tossica) inferiore a 1 ng/1, contro un limite di 30 ng/1. Diversa la situazione per quanto riguarda i pozzi privati. A Lonigo ne sono stati denunciati 500, per 224 sono state chieste le analisi dell’acqua, poiché viene utilizzata per bere e preparare cibi: 51 sono risultati fuori norma. «Di questi, 22 sono già stati allacciati alla rete acquedottistica, 8 potranno essere allacciati se gli utenti ne faranno richiesta». Per i 21 rimanente domani scatterà l’ordinanza. Quanto al rinnovo della convenzione con “Giada’; per le minoranze si tratta dell’«ennesimo carrozzone inutile», per questo Nicolin e Luca Lazzari hanno invitato l’amministrazione ad uscire dall’accordo. Silvano Franchetti ha invece difeso «l’appartenenza ad un progetto che monitora un distretto in cui vi sono centinaia di aziende che si occupano del 50% della concia in Italia e può diventare una bomba ecologica». Anche l’assessore all’ambiente Dario Fasolin li ha invitati a rivedere la loro posizione contraria a Giada
Il Giornale di Vicenza – 1 marzo 2015