«Se sulla Sanità dovessero piovere nuovi tagli, gli italiani dovrebbero rinunciare nel medio periodo al sistema sanitario come lo conosciamo oggi. I cittadini dovrebbero ricorrere necessariamente, per potersi curare, ad assicurazioni private o ad altri sistemi». Ora che si avvicina la legge di Stabilità, adesso che il governo fatica a rastrellare fondi con cui varare le riforme, si torna a parlare di sforbiciate. E Beatrice Lorenzin, ministro del Ncd alla Salute, lancia il suo avvertimento. Eppure, secondo il responsabile dell’Economia Padoan «ci sono ancora margini per risparmiare». «Risparmiare e reinvestire. Da quando sono stata nominata ministro si parla di tagli, ma finora non se ne sono fatti. Si sono invece fatte le riforme. Abbiamo approvato il Patto della Salute che è una riforma a tappe e per obiettivi che mira all’efficientamento del sistema».
Efficientamento?
«Lo so, è una parola bruttissima, ma significa mettere in ordine il sistema sanitario per renderlo più efficiente, trasparente e funzionale. Con l’impegno di recuperare risorse e di reinvestirle in Sanità. E’ evidente che il recupero di queste risorse avviene mano a mano che la riforma si implementa e sono le risorse necessarie per tenere in piedi la Sanità italiana così come la conosciamo adesso. E cioè dare assistenza ai cittadini in modo adeguato e dignitoso, riportare un livello verso l’alto della qualità dell’assistenza nelle Regioni del Sud e affrontare nuovi problemi».
Quali?
«Prima di tutto dovremo dare il farmaco per l’epatite C in autunno-inverno. Un impegno finanziario importante, ma che salverà la vita a un milione e 600mila persone. E realizzare un sistema di prevenzione forte che ci permetta di sostenere l’invecchiamento della popolazione. Dunque, investimenti a lungo termine su un sistema sanitario universalistico. Intervenire in modo pesante, negando gli investimenti sulla sanità necessari, significa cominciare a immaginare la fine del sistema universalistico».
Sta dicendo che in presenza di nuovi tagli non sarà più possibile garantire la sanità a tutti?
«Dopo 25 miliardi di euro di tagli compiuti negli ultimi anni, senza una strategia alternativa, i cittadini, almeno quelli che se lo potranno permettere, dovranno farsi un’assicurazione sanitaria. La Sanità gratuita sarebbe ridimensionata».
Non può negare che ci sono ancora sprechi.
«Gli sprechi sono nelle Regioni. Lì è stata creata una duplicazione di sistema che ha provocato disservizi, costi esosi, mancanza di uniformità. Ma proprio per rispondere a questo abbiamo messo in campo i costi standard e la centrale unica di acquisto con la Consip e la centrale unica regionale. Poi abbiamo rivisto le norme di reclutamento del personale, lo sblocco del turn-over. E, cosa più importante, è stata introdotta la digitalizzazione con la creazione di un open data vero. Creiamo la possibilità di operare con task force dentro le strutture delle Asl, lì dove si crea un disservizio. Tutto questo è contenuto nel Patto della salute che il ministero dell’Economia conosce bene. Si tratta di interventi che ci permetteranno di recuperare miliardi di euro, non in cinque mesi, ma mano a mano che la riforma verrà attuata. Questi fondi ci serviranno per pagare ciò che manca: i grandi investimenti, senza il quali il sistema sanitario non può andare avanti».
Ministro, sulla fecondazione etcrologa è ancora caos e la legge da lei promessa non si vede. Come affrontare l’emergenza?
«Le Regioni si vedranno per stabilire linee comuni da adottare in attesa della legge. Credo sia un’iniziativa saggia per evitare situazioni di totale disparità. Ciò non toglie che, per garantire sicurezza e gratuità, serva la legge primaria per avere la tracciabilità dei gameti nel rispetto della privacy, la creazione di un registro nazionale e il recepimento delle direttive europee per adottare le procedure di controllo per lo screening dei donatori. Spero che il Parlamento possa varare la legge entro dicembre».
Un’altra grana è quella di stamina. Il pm Guariniello ha disposto il sequestro negli Spedali di Brescia.
«Esiste una conflittualità tra la magistratura civile e quella penale che ha compiuto un’indagine molto approfondita, rinviando a giudizio tutti i protagonisti della vicenda».
Intanto la piccola Noemi è rimasta senza cure.
«Ricordiamo che quelle di stamina non sono cure. Non è un protocollo verificato e neppure una cura palliativa. E’ stato un grande errore far entrare la sperimentazione a Brescia».
L’epidemia di Ebola si sta allargando. Ci sono rischi per l’Italia?
«Non li vediamo. Eboia si trasmette solo per contatto diretto con fluidi corporei e i controlli nei porti e aeroporti sono capillari. Allo Spallanzani di Roma l’Oms ha chiesto di preparare protocolli per ospitare operatori malati, in quanto siamo gli unici ad avere strutture e know-how all’altezza. Detto questo, serve un intervento dell’Oms sostenuto dall’Onu per mettere in sicurezza i confini dei Paesi africani colpiti e migliorarne le condizioni sanitarie. E domani il Consiglio europeo varerà il coordinamento di tutte le attività di prevenzione e di emergenza dei singoli Paesi europei».
Il Messaggero – 29 agosto 2014