Lorenzin: «Trovati fondi per assumere i medici». Da gennaio i contratti a tempo, a giugno i concorsi. 50% posti ai precari
Michele Bocci. Prima dentro, poi fuori, poi da ieri pomeriggio di nuovo dentro. La storia della norma che dà il via libera per assumere fino a 6mila medici e infermieri è stata sofferta. E ieri, dopo una riunione tra i ministri alla Sanità e alle Riforme Beatrice Lorenzin e Maria Elena Boschi e il Mef, è arrivata alla fine. Gli organici degli ospedali verranno rinforzati. Da gennaio i primi contratti a tempo, a giugno concorsi per gli indeterminati. La metà dei posti riservata a precari. Ministro Lorenzin, ce l’avete fatta? «Sì, abbiamo cambiato il sistema alla base delle assunzioni, non più legate alla legge sulla responsabilità dei medici e cioè alla riduzione della medicina difensiva. I fondi arriveranno dai risparmi generati da altri provvedimenti entrati in stabilità: su appropriatezza, centrali uniche di acquisto, piani di rientro delle Asl in deficit». Temeva un fallimento? «Per una notte era tutto saltato. Avevo paura che non si potesse portare nel sistema il personale necessario a rispettare il nuovo orario di lavoro voluto dall’Europa». Il testo
Siete certi che i soldi arriveranno?
«Certo. Le nuove misure hanno anche sistemi di controllo, per essere certi della loro effettiva applicazione. Le Regioni non devono temere, i soldi arriveranno dai risparmi che sapranno generare. L’importante è che inizino a fare le riforme».
Quando si potrà assumere?
«Da subito per rispettare la norma europea, mentre aspettiamo che ci comunichino il fabbisogno di medici e infermieri. Non tutte sono nella stessa situazione. Ad esempio l’Emilia ci ha già detto che ha bisogno di poco personale. Per questo quello dei 6mila per ora è un dato indicativo. Sin da gennaio si potranno fare contratti a tempo determinato. A giugno si faranno i concorsi per quelli a tempo indeterminato, metà dei posti sarà riservato ai precari».
Basterà a risolvere i problemi di organico?
«Questa misura va vista come la parte di un percorso, non è la soluzione di tutti i problemi. La mia idea è arrivare nel 2016 ad una grande operazione come quella della scuola».
Il fondo sanitario è arrivato a 111 miliardi. Bastano?
«Sono quelli che abbiamo e dobbiamo farceli bastare, puntando su efficienza e lotta allo spreco e con una assunzione di responsabilità collettiva. Per il futuro però dobbiamo dirci quanto siamo disposti a spendere in più per rispondere alle esigenze di una popolazione sempre più anziana e per mantenere il nostro sistema in salute. Possiamo vincere la sfida».
Quali altre vostre misure sono nella legge di Stabilità?
«Intanto i nuovi livelli essenziali di assistenza, il nuovo nomenclatore e le centrali uniche di acquisto. Inoltre si vincola parte del fondo per la cura della ludopatia, vietando tra l’altro la pubblicità dei giochi in tv in orario protetto, e sono garantite risorse per i farmaci anti epatite C. Infine si impegnano le Regioni a risolvere le difficoltà delle Asl in deficit» .
Domani i medici scioperano, questi provvedimenti attenueranno la loro rabbia?
«Rispetto sempre le azioni dei lavoratori. Sono consapevole delle difficoltà che hanno gli operatori sanitari, derivanti da dal blocco e dai mancati rinnovi dei contratti. Abbiamo attraversato anni di duri ma ora siamo in una fase in cui ci riagganciamo alla ripresa».
Il presidente Aifa Pecorelli è accusato di conflitto di interessi. Da giorni è attesa una sua mossa.
«Non ho ancora deciso, sono stata impegnata completamente sulla legge di stabilità. Comunque al di là della posizione del singolo, che verrà attentamente valutata, tutta l’agenzia sarà presto oggetto di una grande riforma che è ben più importante di questa decisione». (Repubblica – 15 dicembre 2015)
NUOVE ASSUNZIONI E RISCHIO CLINICO. IL TESTO DELL’EMENDAMENTO DEL GOVERNO E LA RELAZIONE
Giovanni Rodriquez, Quotidiano sanità.Dopo lo stop arrivato la scorsa domenica e oltre 24 ore di trattative serrate per riuscire a salvaguardare la possibilità per le Regioni di assumere medici e infermieri al fine di tamponare le necessità di personale scaturite dall’entrata in vigore del nuovo orario di lavoro, nella nottata di ieri è stata raggiunta un’intesa che ha portato questa mattina alla presentazione in commissione Bilancio di un nuovo emendamento del Governo. Il testo riprende in buona parte quello anticipato lo scorso giovedì. A sorpresa, però, torna nel testo anche un articolo, il 2, del ddl Gelli sulla responsabilità professionale, quello riguardante la gestione del rischio sanitario. Viene dunque previsto che tutte le strutture attivino un’adeguata funzione di monitoraggio, prevenzione e gestione del rischio (risk managment). L’attività di gestione del rischio sanitario verrà coordinata da personale medico dotato delle specializzazioni in Igiene, Epidemiologia e Sanità pubblica o equipollenti ovvero con comprovata esperienza almeno triennale nel settore.
Si prevede anche l’attivazione dei percorsi di audit finalizzati allo studio dei processi interni e delle criticità più frequenti, con “segnalazione anonima del quasi errore” e “analisi delle possibili attività finalizzate alla messa in sicurezza dei percorsi sanitari”. In tal senso viene spiegato che ai verbali e agli atti conseguenti all’attività di gestione aziendale del rischio clinico, espletata in occasione del verificarsi di un evento avverso, si applica l’articolo 220 delle disposizioni di attuazione del codice di procedura penale. Ossia, qualora nel corso di attività ispettive o di vigilanza dovessero emergere indizi di reato, gli atti necessari per assicurare le fonti di prova e raccogliere quant’altro possa servire per l’applicazione della legge penale, dovranno essere compiuti con l’osservanza delle disposizioni del codice. Come si evince dal dettato normativo, dunque, nell’ipotesi in cui le operazioni di verifica abbiano rilevanza anche ai fini penali, affinché il materiale raccolto sia utilizzabile in tale sede processuale, occorrerebbe che il personale procedente rispetti tutte le prescrizioni previste dal codice di procedura penale.
Con i risparmi che si otterrano da questa misura, oltre che da quelle già contenute nel testo della stabilità (dal comma 289 al comma 311) quali la centralizzazione degli acquisti e i Piani di rientro previsti per le Aziende ospedaliere, le Aziende ospedaliere universitarie, gli Irccs e gli altri enti pubblici che erogano prestazioni di ricovero e cura con deficit di bilancio, si finanzieranno le nuove assunzioni di medici e infermieri.
Le Regioni che ancora non lo hanno fatto, dovranno adottare i nuovi standard ospedalieri procedendo alla riduzione della dotazione dei posti letto accreditati ed effettivamente a carico del servizio sanitario regionale. Dovranno inoltre predisporre un piano inerente il fabbisogno di personale, dando evidenza delle modalità organizzative del personale, in modo da garantire il rispetto delle disposizioni dell’Unione europea in materia di articolazione dell’orario di lavoro attraverso una più efficiente allocazione delle risorse umane disponibili. I risultati di questa ricognizione dovranno concludersi entro il 29 febbraio 2016 per poi essere trasmessi al Tavolo di verifica degli adempimenti, al Comitato permanente per l’erogazione dei Lea e al Tavolo per il monitoraggio dell’attuazione del decreto sugli standard ospedalieri.
I sopracitati Tavoli dovranno esaminare i dati forniti loro dalle Regioni entro il 31 marzo 2016. Se da queste analisi dovessero emergere criticità, gli enti del Servizio sanitario nazionale potranno indire, entro il 31 dicembre 2016, e concludere, entro il 31 dicembre 2017, procedure concorsuali straordinarie per l’assunzione di personale medico ed infermieristico. Potranno essere riservati i posti disponibili, nella misura massima del 50%, al personale medico e infermieristico in servizio all’entrata in vigore della presente legge, che abbia maturato alla data del bando almeno tre anni di servizio, anche non continuativi, negli ultimi cinque anni con contratti a tempo determinato, con contratti di collaborazione coordinata e continuativa o con altre forme di rapporto di lavoro flessibile con i medesimi enti.
Nelle more della predisposizione e della verifica dei piani inerenti il fabbisogno di personale, le Regioni dal 1° gennaio 2016, e fino al 31 luglio 2016, qualora si evidenziassero criticità nell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza, potranno ricorrere a forme di lavoro flessibile, nel rispetto delle disposizioni normative vigenti in materia sanitaria, comprese quelle relative al contenimento del costo del personale e in materia di piani di rientro. Se al termine di questo periodo temporale dovessero ancora permanere le predette condizioni di criticità, i contratti di lavoro attivati potranno essere prorogati fino al termine massimo del 31 ottobre 2016.
Questa deroga, al fine di evitare la duplicazione di oneri finanziari, comporterà esclusivamente la prosecuzione dei contratti attualmente in essere e non anche la sottoscrizione di ulteriori contratti di lavoro flessibile. Ad ogni modo, il ricorso a forme di lavoro flessibile e le assunzioni dei concorsi straordinari per il biennio 2016-2017, verranno attuate nel rispetto della cornice finanziaria programmata.
Infine, le procedure di stabilizzazione del personale verranno estese anche all’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto della povertà (Inmp).
Testo emendamento Governo su assunzione personale
Testo relazione tecnica emendamento Governo
15 dicembre 2015