Purché i tagli non tocchino i cittadini, ben venga la spending sul ministero. Ad affermarlo è la ministra della Salute Beatrice Lorenzin, intervistata a Unomattina. «La situazione è complicata e lo sappiamo tutti. Se il taglio del 3% è al ministero siamo in grado di reggere, diverso è per il fondo sanitario che ad oggi è comunque in sicurezza», ha affermato la titolare della Salute rispondendo ad alcune domande sulle prossime misure di spending review. «Se bisognerà fare tagli – ha aggiunto – li faremo e cercheremo di eliminare al massimo il disagio per i cittadini».
Per poi precisare: «Purtroppo i tagli incidono comunque nell’attività del ministero, che riguarda tanti servizi (investimenti nella ricerca scientifica, controllo e sicurezza porti e aeroporti, ispezioni agroalimentari)».
Lorenzin ha ribadito che il Fondo sanitario “e’ stato ‘fotografato’ per i prossimi tre anni senza previsione di ulteriori tagli lineari, considerando anche che negli ultimi tempi aveva gia’ subito un taglio di 25 milioni. Andare a toccare oltremodo il fondo con tagli senza reinvestimenti significa mettere in crisi il sistema universalistico”.
Per il ministro ovviamente, detto questo, non e’ che il sistema sanitario debba rimanere a guardare, “andiamo a verificare che risparmi e’ possibile fare con obiettivo anche gli investimenti”. Quindi un riordino dei costi standard ma senza procedere a nuovi tagli. “Da qui a dicembre – ha concluso Lorenzin – cercheremo di reperire le risorse che servono”-.
A proposito della responsabilita’ civile degli operatori sanitari Lorenzin ha detto che i giuristi del dicastero della Salute “stanno cercando un punto di caduta” tra i diritti dei cittadini e la possibilita’ dei medici di poter operare serenamente.
Un tema questo – ha aggiunto – su cui c’e’ grande attenzione. Lorenzin ha sostenuto che dietro la colpa medica c’e’ un grande problema: da una parte, se sbaglia e’ giusto che il medico paghi, specie se c’e’ dolo o colpa gravissima o negligenza, “ma se e’ un lavoro di equipe come viene individuato il responsabile dell’errore?”. Dall’altra oggi c’e’ la medicina difensiva, con l’eccesso di diagnostica, e questo “ci costa 13 miliardi di euro. Immaginate cosa si potrebbe fare con quei soldi, a cominciare da un milione 600 mila persone che potrebbero accedere ai farmaci di fascia C. Questa paura dei medici determina un grande costo”.
Un altro elemento ancora da considerare – ha detto Lorenzin – e’ che il medico “e’ un essere umano e quando si trova in una procedura critica capita che si inventi qualcosa per superare il problema. Ma oggi non e’ piu’ possibile farlo e questo frena la componente umana dell’arte medica”. Tutto cio’ comunque non deve far dimenticare – ha concluso sull’argomento Lorenzin – che “non si puo’ comprimere il diritto dei cittadini a una risarcimento. I giuristi stanno cercando un punto di caduta” tra le due esigenze, quella dei cittadini e quella del medico stesso.
Agi – 9 settembre 2014