«La strada che abbiamo intrapreso è l’unica che fosse capace di tenere insieme il Ssn, che è una ricchezza di cui non vogliamo privarci». Intervenuto alla giornata della Ricerca scientifica all’ospedale Galliera di Genova – dove ha ricordato il varo del bando per la R&S finalizzata da 136 milioni, con una parte dedicata ai giovani, una all’internazionalizzazione e una al cofinanziamento con l’industria – il ministro Balduzzi ha sintetizzato in tre parole le scelte fatte in questa fase critica per il Paese e il servizio sanitario: «rivedere, riqualificare, riorganizzare».
«In questo anno non particolarmente esaltante per la vita del nostro Paese – ha ricordato il ministro della Salute – abbiamo cercato di fare della crisi un’opportunità: non riduciamo, ma rivediamo, riqualifichiamo, riorganizziamo. Credo che il rigore lo abbiamo già messo in opera e credo che il miglior rigore è quello che sa sempre andare insieme con il sostegno: il sostegno a chi opera bene è l’altra faccia del rigore, necessario per tutti e in particolare per chi può essere tentato di addormentarsi oppure di attendere tempi migliori».
Davanti all’insofferenza crescente di Regioni, cittadini e professionisti della Sanità, Balduzzi difende insomma la bontà delle scelte fatte. Compresa l’ultima in ordine di tempo, cioè il decreto sugli standard ospedalieri: «Credo che ci siano ancora margini prima di arrivare al punto di tensione. Questa riorganizzazione non è figlia della crisi o dell’emergenza economica ma dei cambiamenti epidemiologici e demografici. E’ chiaro che non stiamo approfittando della crisi o dell’emergenza economica: non parliamo più di tagli, convinciamoci piuttosto che la riorganizzazione può assicurare un miglioramento degli standard».
Infine, ma non certo in ordine di importanza, il ministro rilancia contro il caro-ticket: «Dal 2014 ci saranno due miliardi di ticket aggiuntivi decisi dal Governo precedente: sarà impossibile pagarli perché il sistema non reggerà. Saranno insostenibili sia per le persone che dovranno pagarli sia per il sistema perché se la compartecipazione è troppo alta può spingere l’utenza verso il privato. Abbiamo alcune settimane per cercare di trovare una soluzione prima della fine della Legislatura».
Il Sole 24 Ore Sanità – 20 novembre 2012