Da Rovigo arriva la preoccupante conferma di come la Regione in materia di sanità continui a calpestare e disattendere le proprie stesse norme e delibere, anche a distanza di pochi mesi dalla loro approvazione. Un cortocircuito legislativo che non può non destare allarme. La scure dei tagli rischierebbe di abbattersi sulla sanità del Polesine e Graziano Azzalin chiama alla mobilitazione i cittadini del territorio, per scongiurare un declassamento delle strutture e chiedere alla Giunta Zaia un’inversione di rotta. «E’ in atto un taglio vergognoso e gravissimo – attacca il consigliere regionale del Pd – che disattende non solo le promesse fatte, ma anche quanto contenuto nelle norme approvate dal Consiglio». Il riferimento è al Piano socio sanitario regionale (Pssr) che prevedeva il mantenimento in ogni provincia del Veneto d’un ospedale di riferimento, chiamato con termine tecnico Hub.
Ospedale provincial, da integrare poi in una rete di centri minori, i cosiddetti spoke, in grado di gestire le situazione di routine e non acute. Un assetto mandato all’aria, secondo Azzalin, da una recente delibera della Giunta regionale.
«Nel Pssr – rilancia – è previsto che per ogni provincia vi sia un ospedale di riferimento, con specialità di base e medio livello, e la presenza di alte specialità per un territorio più ampio, costituendo centri a livello sovra-aziendale. Questo principio, già intaccato con la presentazione delle schede ospedaliere è stato definitivamente affossato con la delibera 1630 del 9 settembre che, stralciando il decreto del Direttore generale della Sanità del 13 maggio scorso con cui è stato approvato il piano aziendale dell’Ulss 18, declassa definitivamente l’ospedale di Rovigo, che diviene un ospedale di serie B, e fa retrocedere l’intera sanità polesana». E il consigliere regionale fa l’elenco di quel che si andrebbe a perdere: «Nel dettaglio, l’ospedale di Rovigo perde l’Unità semplice a valenza dipartimentale di Emodinamica interventistica, l’Unità operativa semplice di Chirurgia maxillo-facciale, l’Unità semplice a valenza dipartimentale di Angiologia con l’attività di Urologia laparoscopica, mentre l’apicalità di Neuroradiologia diventa a termine. L’ospedale di Trecenta, invece, che nelle promesse sarebbe dovuto divenire un centro specializzato nella riabilitazione, si vede stralciare l’Unità semplice a valenza dipartimentale di Radiologia e quella di Neuroriabilitazione, anche se viene attivata un’ apicalità di Recupero e riabilitazione funzionale». La forbice non risparmierebbe nemmeno i privati. «C’è la revoca del riconoscimento di presidio ospedaliero pubblico alla Casa di Cura di Porto Viro, con conseguente grave perdita di servizi nell’area del Delta». Concludendo, Azzalin non lesina una frecciata polemica: «Già tempo fa avevamo adombrato l’ipotesi che il sottodimensionamento di Rovigo fosse propedeutico alla crescita dell’ospedale di Schiavonia, a Monselice, un ospedale costruito con un project financing. Per l’appunto le specialità stralciate a Rovigo sono proprio quelle che, invece, avrà la nuova struttura. Bisogna capire, dunque, se dopo tutto quello che ha detto Zaia sulla finanza di progetto, la programmazione segue la strada degli ammortamenti dei cantieri o le esigenze dei territori».
Nicola Chiarini – Corriere del Veneto – 3 ottobre 2014