Un conto preciso non si può fare: perché per ognuno si può andare da qualche decina di migliaia di euro fino – per lo meno nell’unica gara fatta finora – a una base d’asta record da 740 mila euro. Certo però che se e quando l’Usl 12 riuscirà a vendere tutti e 150 gli appartamenti in suo possesso, il gruzzoletto non sarà male: si potrebbe arrivare a 60-70 milioni da investire nella sanità «pura», tra macchinari, personale e cure ai pazienti.
L’iter è solo all’inizio, ma il direttore generale Giuseppe Dal Ben l’ha messo nero su bianco: il suo obiettivo è quello di riuscire a vendere l’intero patrimonio immobiliare che è stato tramandato negli anni ed è fatto di possedimenti storici e donazioni successive. Tanto che di recente, proprio per la gravosità dell’impegno, ha disposto di delegare il suo braccio destro, il direttore amministrativo Fabio Perina, alla firma di tutte le pratiche al riguardo, rogiti compresi. Certo, i passaggi sono lunghi e anche complessi, perché prima serve l’autorizzazione della Regione Veneto e poi ovviamente si passa per le varie procedure di vendita, tra bandi, ribassi d’asta, trattative private. Ma la decisione è quella e Dal Ben l’aveva spiegata per iscritto in una delibera che risale ancora a fine 2014, quando ci fu il primo bando. «L’azienda, pur percependo un canone di locazione per alcuni degli immobili sopra indicati – aveva scritto – ritiene più opportuno, data l’attuale situazione di bilancio, disporre di liquidità per far fronte alle spese di investimento necessarie, a vantaggio della collettività». Insomma, l’Usl aveva già detto basta ai gioielli immobiliari per puntare sul proprio «core business»: curare i malati. «Il ricavato deve essere destinato alla realizzazione delle finalità istituzionali dell’azienda – continuava la delibera – per investimenti di edilizia, impiantistica o acquisti di apparecchiature elettromedicali».
Quel bando aveva messo sul mercato 36 immobili, di cui 32 a Venezia centro storico e 4 in terraferma, per un valore complessivo di 14 milioni di euro circa. Un paio erano stati stralciati per nuove verifiche, quattro erano già stati venduti per una cifra complessiva di 821 mila euro qualche mese fa, mentre di recente ne sono stati ceduti altri 6 per un totale di circa 2,2 milioni. A marzo, poi, l’Usl ha chiesto a Palazzo Balbi il via libera per la vendita di altri 55 immobili, tra appartamenti, magazzini e garage, con un valore complessivo stimato di quasi 22 milioni. Insomma, bastano queste cifre per capire l’impatto che le vendite porteranno (o porterebbero) nelle casse dell’azienda. Dall’Usl 12 trapela soddisfazione per questi primi 3 milioni incassati senza iniziare i ribassi d’asta che caratterizzano questo tipo di bandi, anche perché le procedure non sono sempre rapide e sicuramente il mercato immobiliare non è florido come qualche anno fa.
Tra chi ha comprato gli immobili ci sono privati cittadini (per esempio c’è un ex giudice di pace), ma anche società. Ed è curioso che l’immobile di Dorsoduro 434, vicino agli Incurabili e alle Zattere, abbia attirato l’attenzione di chi se ne intende di case veneziane: Filippo Gaggia e Sebastiano Doria, soci della Viewsonvenice Srl, noti operatori specializzati nel settore dell’affitto ai turisti di immobili di lusso. Insomma, nella fame di seconde case che a Venezia è sempre grande, gli specialisti del settore si buttano anche sui bandi dell’Usl. E in quelle case dove vivevano famiglie veneziane, ora arriveranno i turisti.
Alberto Zorzi – Il Corriere del Veneto – 7 agosto 2016