Si contano i danni all’agricoltura e agli allevamenti. L’associazione dei produttori: «I bacini di laminazione sono ancora in fase di progettazione»
Sono decine e decine, forse centinaia le aziende agricole del Veneto finite sott’acqua per il maltempo che da sabato sera ha investito la regione. Una stima esatta dei danni non è ancora possibile, ma già Coldiretti a proposito delle imprese anche di Toscana, Umbria e Lazio parla di milioni di euro. Il presidente della giunta regionale, Luca Zaia, annuncia intanto che il Veneto è pronto ad avanzare la richiesta di stato di calamità.
«Abbiamo chiesto, e attendiamo dai sindaci dei territori colpiti dagli eventi di questi giorni – ha detto Zaia – un puntuale monitoraggio dei danni. Andando in giro ieri per il territorio, ho constatato personalmente quanto le famiglie, le imprese, le aziende agricole e i Comuni siano stati danneggiati» . «È impensabile – ha aggiunto – che una Regione come la nostra, che paga prontamente le tasse e in misura molto superiore a quanto le viene restituito, rimanga senza il segno concreto di un aiuto da parte del governo nazionale. Per questi motivi, appena ricevuta la puntuale risposta delle amministrazioni, la Regione si attiverà anche formalmente per chiedere lo stato di calamità».
Quanto a Coldiretti, sottolinea come in Veneto il maltempo abbia provocato danni nelle stesse zone colpite già nel 2010 e come siano stati gli stessi corsi d’acqua a tracimare. Nell’Alta Padovana, fa presente l’associazione, ci sono case, orti e stalle allagati per l’esondazione del Vandura, del Muson e del Tergola. Nelle località del comprensorio di Camposanpiero i danni più evidenti a campi e allevamenti, dove gli agricoltori hanno salvato gli animali in tempo. Nel Veronese – a Soave e Monteforte d’Alpone, già toccate dall esperienza due anni fa – gli abitanti sono stati col fiato sospeso fissando gli argini sommersi dalla piena. Preoccupazione anche in provincia di Treviso, nell’area pedemontana, e a Belluno dove frane e pioggia hanno provocato dissesti stradali con crepe profonde e onde di fango.
Rimane aperta la delicata questione dei bacini di laminazione – spiega Coldiretti – «efficaci strumenti di prevenzione, ma ancora in fase di progettazione, nonostante il succedersi degli eventi che invocano interventi decisi e urgenti. La campagna – dice ancora l’associazione – assorbe e paga le conseguenze di un territorio minato dove gli imprenditori agricoli sono disposti a fare la loro parte mettendo a disposizione per la sicurezza della collettività i fondi. Ma non c’è chiarezza negli indennizzi per la servitù o nei casi limite sugli espropri. E proprio di questi giorni la polemica di Coldiretti con la Regione Veneto che dovrebbe agire e rispettare i patti che hanno portato alla sottoscrizione di uno specifico protocollo d’intesa non ancora applicato».
Il corriere del Veneto – 13 novembre 2012