Maxi sforbiciata sui dipendenti pubblici, via un dirigente su 5. Addio posto fisso, mobilità obbligatoria
C’è una buona notizia per i dipendenti pubblici: non saranno più obbligati ad andare in vacanza nella settimana di Ferragosto e in quella tra Natale e Capodanno. Le «ferie coatte», previste nella prima bozza del decreto sulla spending review, sono state cancellate nell’ultima versione discussa ieri sera. E c’è anche il sostanziale rinvio della riforma Fornero delle pensioni. Ma le buone notizie, per gli statali, finiscono qui. Quelle settanta pagine intaccano due principi finora (quasi) inviolabili per i dipendenti pubblici: il posto fisso e lo stipendio fisso. In modo parziale, certo. Ma la sostanza è che il travet potrà essere messo in mobilità obbligatoria, prendere l’80% dello stipendio base (molto più basso di quello che porta a casa ogni mese) e anche essere licenziato.
Cosa succederà esattamente? Entro la fine di ottobre sarà tagliata la pianta organica dei ministeri e degli enti pubblici non economici. La riduzione complessiva sarà del 20% per i dirigenti e del 10% per tutti gli altri dipendenti ma con livelli diversi a seconda delle singole amministrazioni. L’obiettivo è riequilibrare un esercito con troppi generali e pochi soldati semplici, e far scendere i 3 milioni e 250 mila dipendenti pubblici italiani sotto la soglia psicologica dei 3 milioni. Per rispettare il taglio della pianta organica ogni amministrazione avrà due strumenti a disposizione: i prepensionamenti e la mobilità. Per i prepensionamenti si partirà dai lavoratori che entro il 2014 matureranno i requisiti fissati prima della riforma Fornero. Così entro la fine di quest’anno dovrebbero andar via 6/7 mila persone. E forse anche di più visto che, tra freni al turn over e blocco dei concorsi, i dipendenti pubblici italiani sono piuttosto anziani: età media 48 anni, solo il 9% ne ha meno di 35.
Il secondo strumento è la mobilità, con un percorso simile allo stato di crisi per le aziende private. E qui il colpo è più duro. Prima di tutto perché arriva subito la riduzione dello stipendio, l’80% della busta paga base senza straordinari e indennità. È vero che un recente studio della Banca d’Italia ha dimostrato che i dipendenti pubblici guadagnano in media più di quelli privati: del 14% per le donne, del 4% per gli uomini. Ma il taglio della voce «netto a pagare» è per lo statale una novità assoluta. Non l’unica per chi andrà in mobilità visto che dopo due anni potrà arrivare anche il licenziamento. Ipotesi che potrà scattare solo se nel frattempo non avrà trovato un altro posto, è vero. Ma con il dimagrimento imposto al settore e il cattivo andamento generale dell’economia saranno in pochissimi a poter usare questo salvagente.
Il nodo della discussione in consiglio dei ministri ha riguardato l’estensione dei tagli delle piante organiche alle Regioni e agli enti locali. La proposta del ministro Filippo Patroni Griffi era di rendere questa riduzione facoltativa offrendo in cambio un incentivo non da poco, e cioè l’utilizzo dei prepensionamenti e della mobilità. Ma il ministero dell’Economia ha pensato un meccanismo diverso, che parte dal cosiddetto «parametro di virtuosità», un indicatore che tiene conto dalla media del personale rispetto alla popolazione. Gli enti locali che superano del 20% questa soglia avranno il blocco delle assunzioni. Quelli che la sforano del 40% dovranno applicare lo stesso taglio del 10 e del 20% previsto per i ministeri. Un obbligo imposto dall’alto che potrebbe portare a più di un ricorso da parte delle Regioni. Ma alla fine la soluzione scelta è stata proprio questa (Il Corriere della Sera).
Cosa cambia per i dipendenti pubblici
PRO
Uscita dal lavoro «morbida» per chi rientra nella revisione delle piante organiche del pubblico impiego
Come si spiega più avanti, il decreto sulla spending review porterà a una consistente diminuzione dei dipendenti della pubblica amministrazione sia centrale che territoriale. Ma si stanno mettendo a punto parametri che rendano più morbida l’uscita per i dipendenti della pubblica amministrazione. Uno dei criteri individuati per la sospensione dalle attività del personale dichiarato in esubero partirebbe da coloro che hanno compiuto 60 anni: a loro andrebbe un’indennità dell’80% dello stipendio base (non dell’intero trattamento economico) fino alla pensione. Diversa la questione per quanto riguarda i dirigenti, per i quali è al vaglio, per quelli giunti alla maturazione dei 42 anni di contribuzione (41 per le donne), la possibilità della sospensione immediata.
CONTRO
A rischio il posto di lavoro a causa della revisione delle piante organiche
Il decreto sulla spending review prevede un intervento consistente di ridimensionamento delle piante organiche. In particolare ci sarà una riduzione delle piante organiche dirigenziali del 20%, mentre per il personale non dirigenziale la sforbiciata sarebbe del 10 per cento. Questo non implica necessariamente che il taglio sia realmente in questi termini, in quanto in alcuni casi il personale effettivo è già inferiore a quello individuato nelle piante organiche. Ma è inevitabile che ci sarà una consistente riduzione del personale. Per fare un esempio, nell’ambito del personale dei ministeri è prevedibile una riduzione di quasi 300 unità dirigenziali e di quasi 7mila del personale ordinario. La cosa positiva è che, come si sottolineava in precedenza, sono stati messi a punto sistemi di uscita “morbida” dal lavoro.
I buoni pasto saranno omogeneizzati allo stesso valore di 7 euro
Le amministrazioni pubbliche attualmente hanno trattamenti diversi per quanto riguarda i buoni pasto; alcuni lavoratori hanno diritto ai ticket da 5 euro, altri possono arrivare a valori di 14 euro e oltre. La manovra di spending review forfettizza il valore del singolo buono pasto a 7 euro per tutti. Con quest’unico intervento lo Stato recupererà 53,8 milioni di euro. I maggiori risparmi verranno realizzati negli enti pubblici non economici dove l’importo medio dei ticket è di 11,60 euro. A guadagnarci sarà il personale dei ministeri, dove oggi i buoni pasto valgono in media 6,97 euro, e il Servizio sanitario nazionale (Ssn), che è ancora fermo a 5,60 euro a testa.
Si riducono gli spazi di lavoro negli uffici pubblici
I dipendenti della pubblica amministrazione si vedranno anche ridimensionare lo spazio di lavoro. Il decreto sulla spending review prevede infatti l’introduzione dello spazio standard per il dipendente pubblico. Gli spazi ad uso ufficio vengono infatti rapportati alle effettive esigenze funzionali degli uffici e alle risorse umane impiegate in base a un parametro di riferimento compreso tra 20 e 25 metri quadrati per addetto.
Una misura di rapida applicazione, perché le amministrazioni hanno 90 giorni dalla pubblicazione del decreto per compilare i piani.
Maxi sforbiciata sugli statali. Via un dirigente ogni cinque
Dalla pagellina per la valutazione «organizzativa e individuale» dei dipendenti pubblici al livellamento (verso il basso) del buono pasto: mai più sopra i 7 euro, chi avesse ottenuto una cifra più generosa se la vedrà abbassare dal 1° ottobre.
Stop ai concorsi per dirigenti di prima fascia fino al 2015 e fine dell’abitudine di alzare un po’ lo stipendio facendosi pagare le ferie non godute: così come i riposi e i permessi, non saranno più monetizzabili, «anche in caso di cessazione del rapporto di lavoro per mobilità, dimissioni, risoluzione, pensionamento e raggiungimento del limite di età».
L’ultima bozza di decreto sulla spending review, quella arrivata fin dentro le stanze di Palazzo Chigi per essere benedetta dal Consiglio dei ministri, conferma un’attenzione tutta speciale (e parecchio sgradita dai diretti interessati) per i dipendenti pubblici.
A cominciare dall’intervento più drastico: sono destinati a calare del 20 per cento i dirigenti, non meno del 10% gli altri dipendenti delle amministrazioni dello Stato, delle agenzie, enti pubblici non economici, enti di ricerca. Non sfuggono alla sforbiciata neppure le Forze armate: anche per loro, organici ridotti di almeno il 10%, personale «in aspettativa per riduzione quadri».
Escluse dalla cura dimagrante, si legge nel testo del provvedimento, «le strutture del comparto sicurezza e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, il personale amministrativo operante presso gli uffici giudiziari» e il «personale di magistratura». E una stretta la si prevede anche per chi lavora negli enti locali: si stabilisce di definire «parametri di virtuosità» per determinare gli organici in rapporto alla popolazione residente, «a tal fine è determinata la media nazionale del personale in servizio presso gli enti», dopodiché chi è sopra alla media del 20% non potrà fare assunzioni «a qualsiasi titolo», chi del 40 dovrà applicare le sforbiciate previste dal decreto.
Interventi in programma anche per le assunzioni a tempo determinato e i contratti Co.co.co delle società pubbliche: non potranno superare il 50% della spesa sostenuta nel 2009. Assunzioni “calmierate” anche per Camere di Commercio, industria, artigianato e agricoltura: a tempo indeterminato solo per il 20% della spesa delle cessazioni precedenti, sino al 2014 ; mentre per i segretari comunali e provinciali potranno essere nel limite dell’80% dell’anno precedente.
Capitolo docenti: quelli non più idonei all’insegnamento per ragioni di salute dovranno riconvertirsi in assistenti tecnici o assumere il ruolo di personale amministrativo o ausiliario. Secondo i sindacati si tratta di 3800 professori coinvolti. Sempre i sindacati prevedono che siano invece tra gli otto e i diecimila gli insegnanti che perderanno la cattedra per effetto dei tagli: per loro, prevista la mobilità regionale.
Non è invece prevista, come trapelato nei giorni scorsi, la chiusura degli uffici pubblici nella settimana di Ferragosto e in quella tra Natale e Capodanno.
«Se le indiscrezioni verranno confermate, la risposta che daremo sarà ferma e immediata, avviando una mobilitazione unitaria e non escludendo lo sciopero», promette Rossana Dettori, segretario generale della Fp-Cgil «Comprensibile» l’allarme dei sindacati, concede il ministro della Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi, «ma è importante che anche loro leggano il testo definitivo che stiamo mettendo a punto», a tarda sera non ancora disponibile.(La Stampa)
6 luglio 2012 – riproduzione riservata