Il Ministero della salute smentisce la notizia della rimozione della dr.ssa Rosalba Matassa dall’incarico di coordinatrice della “Task force per la Tutela degli animali da affezione e la lotta al randagismo”, diffusa da alcune agenzie di stampa e ripresa dal organi d’informazione on line.
Roma, 4 maggio 2015 – Il Ministero della salute smentisce la notizia della rimozione della dottoressa Rosalba Matassa dall’incarico di coordinatrice della “Task force per la Tutela degli animali da affezione e la lotta al randagismo”, che si è diffusa nei giorni scorsi.
“Qualunque collegamento tra la sua presunta rimozione e attività investigative condotte sul business dei canili lager è del tutto infondata. Tali insinuazioni sono false e fortemente lesive dell’immagine del Ministero della salute che si riserva di intraprendere eventuali azioni a propria tutela”, riferisce una nota. “La dottoressa Matassa, dirigente delle professionalità sanitarie, non è mai stata rimossa e ricopre tutt’ora il ruolo di coordinatrice della Task force. Nessun provvedimento di questa amministrazione l’ha di recente interessata, né direttamente né indirettamente. La Task force opera da sempre all’interno dell’Ufficio VI della Direzione generale della sanità animale e farmaci veterinari e sotto la responsabilità di un direttore, come previsto dal regolamento di organizzazione del Ministero della salute”, si legge ancora nel comunicato.
“Risulta veritiero il recente avvicendamento alla direzione dell’Ufficio VI a seguito della rotazione del personale dirigenziale come previsto dalla Legge e dal Piano Anticorruzione. L’amministrazione sostiene l’attività della Task force, che ha continuato a svolgere regolarmente la propria attività istituzionale e ha garantito i servizi a disposizione di cittadini e associazioni”, conclude la nota del Ministero della Salute.
Il testo dell’interrogazione sul “depotenziamento” della task force per la tutela animale creata presso il Ministero della Salute presentata dalla senatrice Loredana De Petris
Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-01881
Atto n. 3-01881 (in Commissione)
Pubblicato il 28 aprile 2015, nella seduta n. 437
DE PETRIS , AMATI , CIRINNA’ , GRANAIOLA – Al Ministro della salute. –
Premesso che:
negli ultimi anni il Ministero della salute ha iniziato ad affrontare con maggiore impegno la problematica della tutela degli animali e la lotta al randagismo assumendo un concreto ruolo di coordinamento e controllo, in particolare con l’istituzione nel 2010 di un’apposita task force veterinaria, “l’Unità Operativa per la Tutela degli animali d’affezione, la lotta al randagismo, ai canili lager e ai maltrattamenti sugli animali”;
l’Unità operativa ha rappresentato una modalità organizzativa innovativa attraverso la quale il Ministero ha iniziato a interagire direttamente con i cittadini ed è divenuto parte attiva per risolvere i problemi e le criticità segnalati anche inviando proprio personale in ogni angolo del Paese;
questo piccolo nucleo operativo, coordinato dalla dottoressa Rosalba Matassa, ha svolto una funzione di raccordo con le istituzioni e il territorio, andando ad incidere in maniera concreta e attiva sul fenomeno del randagismo e sui maltrattamenti animali. Per svolgere i propri compiti la task force ha operato in stretta sinergia con i Nuclei antisofisticazione e sanità dei Carabinieri e con altri organi di Polizia giudiziaria, con tutte le autorità competenti in materia e con le associazioni per la protezione degli animali, creando una rete virtuosa di sinergia e collaborazione;
intensa è stata l’attività volta a risolvere le situazioni critiche segnalate, talvolta cronicizzate da molti anni. In questi anni ha compiuto numerosi interventi sia di tipo ispettivo che di supporto e indirizzo per le altre istituzioni, ha fatto emergere situazioni di illegalità ed esercitato un’azione di repressione dei reati ma soprattutto ha lavorato per risolvere i problemi al fine di garantire il benessere degli animali e l’applicazione delle leggi a loro tutela;
numerosi sono gli esempi di operazioni che l’unità operativa ha portato a termine: sequestro di canili lager (ad esempio Cicerale, Poggio Sannita, Domicella, Trani, Catania); tutela degli equidi (ad esempio maxi operazione di messa in sicurezza di più di 200 equidi maltrattati e ridotti in fin di vita nei comuni di Colleferro, Valmontone, Segni e Paliano); interventi per contrastare il maltrattamento di animali detenuti nei giardini zoologici (ad esempio Zoo di Poppi), in strutture private o allevamenti abusivi (ad esempio Castiglione delle Stiviere, Montopoli Sabino);
ancora più incisiva e capillare è stata l’attività di coordinamento e di supporto tecnico alle autorità regionali, alle ASL, ai Comuni, alle Prefetture attraverso incontri, tavoli di lavoro, stesura di protocolli d’intesa e piani operativi per la prevenzione del randagismo e per il contrasto degli avvelenamenti. A tal proposito è d’obbligo ricordare che nel nostro Paese la legge n. 281 del 1991 e le altre norme vigenti sono ancora troppo spesso disapplicate e che dietro al fenomeno del randagismo non di rado si celano la zoomafia e il business dei canili;
l’Unità operativa, e la sua coordinatrice in particolare che ha svolto il proprio compito con professionalità e grande sensibilità andando oltre quello che è il semplice dovere istituzionale, è divenuta un punto di riferimento importante per le associazioni, per i cittadini e per le autorità del territorio, che hanno in questi anni trovato disponibilità, collaborazione e risposte concrete;
attraverso questa struttura operativa il Ministero della salute, con proprie risorse e praticamente a costo zero, ha fornito un servizio alla collettività e ha dimostrato che lo Stato non è un’entità astratta e lontana dai cittadini e dal territorio;
la problematica del randagismo purtroppo è ancora lontana dall’essere risolta e i reati contro gli animali sono ancora troppo diffusi, pertanto, più volte, anche a seguito di interrogazioni parlamentari, il Ministero della salute ha manifestato l’intenzione di potenziare l’unità operativa e dare alla stessa una maggiore operatività;
invece dal mese di ottobre 2014, a seguito del cambiamento dei direttori generali del Ministero della salute, l’attività di questa struttura operativa è stata rallentata ed è di questi giorni la notizia che la dottoressa Matassa, nonostante il grande impegno profuso in questi anni, non ha più l’incarico di coordinatrice della task force. Inoltre, invece di potenziare e rendere questo nucleo di medici veterinari più operativo attraverso una maggiore autonomia funzionale, l’unità operativa è stata inglobata all’interno dell’ufficio VI della Direzione generale della sanità animale con ovvie conseguenze di aumento della “burocratizzazione” e perdita definitiva dell’operatività e dell’efficacia degli interventi;
purtroppo si sta assistendo a un ritorno al passato e alla delegittimazione e depotenziamento di ciò che funziona e che è utile alla collettività,
si chiede di sapere:
quali siano le motivazioni che hanno determinato tali scelte e se il Ministro in indirizzo non ritenga necessario e opportuno intervenire immediatamente affinché sia riconosciuto il merito e il servizio reso ai cittadini da parte dell’Unità operativa e da chi in questi anni l’ha diretta con ottimi risultati, peraltro senza oneri aggiuntivi per lo Stato, e sia ripristinata e resa ancora più operativa la task force così come auspicano le associazioni e gli innumerevoli cittadini che chiedono il rispetto delle leggi in materia di tutela degli animali.
5 maggio 2015