I cittadini colpiti dal fango non riescono a sottoscrivere le polizze sulla casa. Il consulente della Regione conferma: «Non si assumono il rischio». E scoppia la protesta
VENEZIA — Le compagnie non sono disposte ad assicurare i cittadini delle zone alluvionate. E questo perchè, come spiega un broker, «ad oggi le istituzioni stanno attuando diverse soluzioni per evitare una nuova alluvione, ma non hanno ancora portato a termine nessuno di questi progetti». A lanciare l’allarme sono quelle stesse famiglie venete che la notte di Ognissanti di un anno fa si ritrovarono con le case spazzate da un’onda di acqua e fango. «Volevo tutelarmi per il futuro e stipulare una polizza sulla casa ma mi hanno risposto che nessuna agenzia è disposta ad assumersene il rischio», spiega Francesca Baratto, architetto di 35 anni che abitava in contrà San Pietro a Vicenza, una delle zone più colpite dalla melma (che arrivò a un metro e mezzo). Oggi vive fuori casa, sta ancora finendo i lavori di ristrutturazione e già teme che una nuova ondata di fango rovini tutto. Altrove, la situazione è la stessa. «Ho contattato la mia Compagnia: per stipulare una polizza con 300 alluvionati, avrebbero bisogno dell’adesione di altre 3mila famiglie che vivono in una zona a rischio quasi zero. Solo così potrebbero ammortizzare la spesa», spiega Fabio Nicosia, di Caldogno. Nicola Biasin, portavoce del comitato locale degli alluvionati, spiega che «diverse famiglie si sono rivolte alle assicurazioni, ma nessuna è disposta a garantire un singolo nucleo familiare».
E il problema riguarda tutti. «Per la mia azienda di Casalserugo (in provincia di Padova, ndr) hanno fatto un’eccezione. Ma quando ho proposto al mio broker di assicurare altre trecento famiglie mi ha risposto che non se ne parla», assicura Alberto Danieli, portavoce del coordinamento veneto dei comitati. La situazione è seria, e non solo per il fatto che migliaia di veneti si sentono indifesi, di fronte al rischio che una nuova alluvione spazzi via le loro case. Il problema è anche politico. Il governatore del Veneto Luca Zaia a luglio aveva scritto una lettera a sedici compagnie assicurative, per avviare «forme di dialogo che permettano ai cittadini di mettere al sicuro la propria esistenza materiale in un momento in cui è vistosa l’assenza di risorse da parte dello Stato». A giugno si era presentato speranzoso ai giornalisti: «Ho scritto alle Generali, per sapere quanto mi costerebbe assicurarmi contro trombe d’aria e altre calamità. Ebbene: la polizza per gli eventi atmosferici è all’interno di quella contro l’incendio, e il premio assicurativo complessivo è di 150 euro all’anno. La parte “eventi atmosferici” è un’estensione dell’assicurazione contro l’incendio che costa 37,5 euro. Vale la pena…».
Era così certo della soluzione, che tre mesi prima aveva nominato l’ingegner Mario Martinuzzi soggetto attuatore per uno «Studio di fattibilità per la copertura assicurativa dei rischi da catastrofi naturali». Ma ora è lo stesso Martinuzzi a doversi scontrare con la realtà dei fatti. «Lunedì consegnerò la mia relazione – anticipa il consulente – dalla quale emerge che, alle condizioni attuali, nessuna Compagnia assicurativa è disposta a stipulare, in modo sistematico, polizze di questo genere per le aree alluvionate». Martinuzzi rivela che delle agenzie interpellate da Zaia «la quasi totalità non ha neppure risposto. Un paio ci hanno invece chiaramente detto che, senza obblighi, non sono disposte ad assumersi il rischio». La soluzione che il consulente prospetterà alla Regione, è quella di creare un «regime semi- obbligato»: «In pratica occorre imporre una nuovo sistema attraverso una legge nazionale o per lo meno una normativa locale. L’idea è di rendere obbligatoria, per le assicurazioni, l’estensione della garanzia in caso di alluvione per quei cittadini che lo richiedono, a patto che già dispongano di un’assicurazione contro gli incendi. Inoltre, per rendere economicamente sostenibile il rischio che si assumono le agenzie, ai nuovi clienti che vogliono stipulare un’assicurazione sugli incendi dev’essere imposta anche quella contro le alluvioni».
Corriere del Veneto – 22 ottobre 2011