La decisione del Consiglio dei ministri di impugnare la legge regionale numero18 di riforma sanitaria della Regione Umbria viene accolta con soddisfazione dal segretario regionale Fvm Giovanni Lo Vaglio.
Uno dei punti impugnati dal Governo, infatti, riguarda proprio i requisiti per la nomina dei direttori dei Dipartimenti di prevenzione. Il Governo contesta la mancanza del requisito di titolarità di struttura complessa nella nomina di Direttore di Dipartimento. «In questo modo – spiega Lo Vaglio – viene implicitamente riconosciuta la necessaria autonomia organizzativa dei singoli servizi che in modo strisciante si tenta di accorpare, confondendo le aree di attività con i servizi stessi, forse per non avere regole vincolanti nella nomina dei responsabili che vi afferiscono e per poter pilotare al “solito modo” le nomine secondo criteri non trasparenti come si sta facendo in altre regioni d’Italia, a prescindere dal colore politico».
E aggiunge con amarezza: «Ormai è questo il modo di considerare la sanità cioè terreno di conquista della politica come già denunciato all’intersindacale medica a livello nazionale. Rivendichiamo inoltre l’autonomia specifica per i servizi veterinari già da tempo in vigore con la legge Bindi non cancellata dal decreto Balduzzi, e mai applicata in Umbria per le aree di attività di sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare».
«Purtroppo – osserva il segretario Sivemp-Fvm Umbria – questo è il risultato che scaturisce dalla mancanza di ascolto che l’assessorato ha mostrato nonostante che in tutti i modi pacifici, anche attraverso audizioni in commissione sanità, noi avessimo argomentato le nostre osservazioni motivandole con il supporto del nostro ufficio legale nazionale senza ricorrere ancora ad azioni correlate nelle sedi opportune per tenere il confronto aperto».
16 gennaio 2013