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Novanta sanitari senza vaccino, l’Usl 2 lancia un’indagine interna: «Bisogna capire il perché». E nell’ultima settimana preoccupano i 50enni ricoverati

Il Corriere del Veneto. Il dato generale, di per sé, è positivo: solo sei operatori sanitari dell’Usl 2 sono contagiati e isolati. Erano quasi duecento a dicembre, i reparti erano in sofferenza, mancavano oss, infermieri e medici. Dopo il vaccino, poco a poco quel numero enorme è andato a ridursi, la campagna negli ospedali è terminata con percentuali di adesione quasi totali. Quasi: mancano ancora 86 dipendenti sugli oltre seimila. E di questi 86, cinque sono attualmente malati. Così un dato finalmente positivo diventa un’incognita, soprattutto pensando alla recente vicenda dell’ospedale di Rovigo dove alcuni operatori avevano rifiutato il vaccino.

A Treviso parte un’indagine interna con colloqui individuali: «Cominceremo parlando con le persone non vaccinate per capire il motivo, se non potevano farlo in quel momento o se si tratta di una scelta – spiega il dg Francesco Benazzi -. Ho chiesto ai direttori medici dei tre distretti di incontrare questi operatori, li stanno richiamando tutti. Per ora non ho segnali che ci siano no-vax nella nostra Usl. Faremo delle verifiche. Ma se fossero contrari li segnaleremo all’ordine». Di quei sei dipendenti uno solo è “giustificato”, perché era vaccinato ma aveva incubato il virus prima: «Gli altri cinque non hanno fatto il vaccino e non sappiamo per quale motivo, comunque passato il periodo di infezione li vaccineremo». Benazzi rimane fiducioso: è convinto che recupererà tutti gli 86 mancanti.

Per chi non è ancora protetto però la strada è ancora lunga: ieri i contagi nella Marca sono stati 151 e sono stati registrati 24 decessi (esito degli ultimi 4 giorni) portando il totale dei morti a 1.533. Il virus non molla e attacca le persone più giovani: nell’ultima settimana ci sono stati 5 ricoveri in terapia intensiva di persone intorno ai 50 anni, due genitori di ragazzi di scuola superiore. «Quattro erano nei nostri reparti, uno arriva dal territorio e significa che il virus circola. Hanno fra i 49 e i 63 anni, il virus oggi sceglie soggetti più giovani». L’Usl 2 segue a domicilio 107 persone oltre alle 95 persone nei reparti non critici, 11 in terapia intensiva e 25 in ospedale di comunità (sono un po’ di più quelli censiti dal bollettino regionale, ancora non aggiornato).

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