Critica la Coldiretti capofila del fronte anti-biotech: si va verso un disastro ambientale, è a rischio l’identità del patrimonio agroalimentare
Dopo la prima trebbiatura di mais Ogm in Friuli Venezia Giulia s’infiamma lo scontro sulla contaminazione dei terreni. Ad accendere la miccia è stato Cesare Patrone, capo del Corpo forestale dello Stato che, in un’audizione alla Commissione Agricoltura della Camera, ha denunciato un inquinamento dei campi limitrofi «fino al 10%». I terreni dove da due anni viene seminato mais Ogm sono localizzati nei comuni di Mereto di Tomba (Udine) e di Vivaro (Pordenone). Afronte di questa «comprovata diffusione nell’ambiente del mais Ogm e della relativa tossina» è partita anche una denuncia alla Procura della Repubblica di Udine. La patata bollente, dunque, torna ora nelle mani dei giudici che a diversi livelli si sono già espressi sul tema.
La sentenza più recente è quella del 6 dicembre 2012 con la quale la Corte di Giustizia Ue ha dichiarato che la coltivazione di Ogm non può essere assoggettata a una procedura nazionale di autorizzazione quando l’impiego e la commercializzazione di tali varietà siano autorizzati da Bruxelles. Una sentenza che ha spinto nel luglio scorso i ministri di Ambiente, Salute e Politiche agricole a firmare un decreto in cui è stato rinnovato il divieto di coltivazione di mais Mon810 sul territorio italiano per 18 mesi. Un divieto, secondo Patrone, che per essere incisivo ha bisogno di essere recepito dalle regioni e potenziato da sanzioni penali.
Molto critica sulla vicenda la Coldiretti, capofila delle associazioni contrarie all’impiego di biotecnologie. «Stiamo andando incontro a un vero disastro ambientale – sostiene – per la mancata assunzione di responsabilità nei confronti di una provocazione. La situazione è gravissima con reale pregiudizio del valore e dell’identità del patrimonio agroalimentare non solo regionale». Per la Coldiretti «è necessario che l’amministrazione regionale del Friuli condivida al più presto un percorso comune e coordinato con i ministeri della Salute, dell’Ambiente e dell’Agricoltura che hanno adottato il decreto anti contaminazione da Ogm, con gli enti di ricerca che ne hanno motivato la valutazione di rischio e con il Corpo forestale dello Stato che ha accertato l’avvenuta contaminazione in campo».
Il dossier Ogm è anche al centro del dibattito Ue. La Commissione ha chiamato i ministri dell’Ambiente a pronunciarsi sull’autorizzazione del mais TC1507 di Pioneer. Se approvato, sarebbe il secondo mais Ogm coltivato nella Ue a fianco al Mon810 di Monsanto. Qualora, invece, a metà dicembre non venisse raggiunta una maggioranza di favorevoli o contrari, sarà la Commissione a decidere: e nei casi precedenti ha sempre concesso le autorizzazioni. Dal canto suo l’Autorità europea della sicurezza alimentare si è già espressa favorevolmente sei volte fra il 2005 e il 2012.
Il Sole 24 Ore – 9 novembre 2013