Dopo la fiducia numero 48 ottenuta ieri dal Governo, la Camera ha approvato in serata la legge di conversione del Milleproroghe (con 283 sì, 149 no e 8 astenuti), che ora passa al Senato per la ratifica. I numeri di Montecitorio, del resto, assicuravano un passaggio tranquillo al lavoro svolto in commissione dai relatori, Daniela Gasparini e Francesco Laforgia (Pd), seguito dal sottosegretario all’Economia Paola De Micheli. Per la sanità, rispetto al testo di Palazzo Chigi, proroga anche per il 2016 delle modalità di assegnazione delle quote premiali per le Regioni, nelle more dell’emanazione del decreto Mef-Salute previsto dall’articolo 67 bis della finanziaria 2010. Altra novità quella della proroga delle tre regioni benchmark individuate ai fini del riparto 2015 e cioé Marche, Umbria e Veneto. Saranno le stesse anche per il 2016.
Tra le norme prorogate confermate dal lavoro delle due Commissioni restano quindi quella dell’avvio del nuovo sistema di remunerazione di farmacie e grossisti, che doveva essere varato addirittura entro il 2012 ed era già stato oggetti di altre proroghe, e che scatterà, invece, dal 1° gennaio 2017.
E ancora proroga per le tariffe massime per l’assistenza ambulatoriale e protesica che sono state prorogate fino al 30 settembre, mentre quelle ospedaliere sono prorogate fino al 31 dicembre 2016.
Le precedenti tariffe ambulatoriali e ospedaliere erano state oggetto di un decreto del 2012, pubblicato in Gazzetta nel gennaio 2013 con validità fino al 31 dicembre 2014. Mentre quelle dell’assistenza protesica risalgono ormai al 1999. Per l’anno 2014, in via transitoria, nelle more dell’adozione del decreto di cui al primo periodo.
Il Milleproroghe introduce poi la sanzione di 200mila euro per i partiti che non depositano i bilanci, proposta dai deputati Pd Ernesto Carbone e Sergio Boccadutri che ha fatto esplodere la polemica con i 5 Stelle (il Movimento non presenta i bilanci e non riceve finanziamenti pubblici), dando tempo fino al 15 giugno per rimediare al mancato deposito dei conti 2013 e 2014.
Ma il capitolo più lungo è quello che il provvedimento dedica agli enti locali. Alla settima proroga della riforma della riscossione e alla sospensione degli obblighi di gestione associata per i piccoli Comuni, già presenti nel testo originale approvato dal Governo all’antivigilia di Natale, le commissioni hanno aggiunto interventi a tutto campo, che prima di tutto rinviano di un altro anno le scadenze per le gare del gas negli ambiti territoriali.
Risolto in due tempi l’inciampo sulla conferma dei precari presenti nelle Città metropolitane e nelle Province che nel 2015 hanno sforato il Patto di stabilità, e che grazie grazie al Milleproroghe corretto in commissione potranno rinnovare i contratti. Sempre in fatto di enti locali, viene ribadita per il 2016 la possibilità di utilizzare anche per la spesa corrente i proventi dalle rinegoziazione dei mutui (e dal riacquisto dei bond regionali): nei Comuni nati da fusioni completate entro il 31 dicembre scorso, invece, il pareggio di bilancio debutterà nel 2017.
Per quel che riguarda l’università, il provvedimento permette di prolungare fino alla fine del 2016 i contratti dei ricercatori a tempo determinato e rinvia al 31 dicembre il termine entro cui il ministero deve emanare le regole per la nuova tornata di abilitazioni: è probabile però che il decreto arrivi decisamente prima.
Per le imprese ha prodotto prima di tutto la sospensione per un altro anno della «tassa sui licenziamenti», cioè dell’obbligo di finanziare gli ammortizzatori sociali (pagando da 490 a 1.470 euro per lavoratore, a seconda dell’anzianità di servizio), negli appalti in cui il gestore subentrante assorbe il personale dell’azienda uscente, senza quindi creare nuova disoccupazione; la sospensione, come sempre, si applica anche nel caso delle imprese edili che finiscono il cantiere. Importante, poi, il dimezzamento delle sanzioni oggi in vigore per il Sistri, che in caso di mancata iscrizione al sistema telematico o di mancato pagamento del contributo saranno dovute al 50% per tutto il 2016, a meno che il collaudo si concluda prima. Confermata poi l’integrazione al 70% per i contratti di solidarietà firmati prima del 24 settembre.
11 febbraio 2016