L’uomo è ciò che mangia, e larga parte dei parlamentari europei non vede l’ora di imbandire la tavola con vermi e insetti. Ieri l’assemblea di Strasburgo – con 359 voti favorevoli, 202 contrari e 127 astenuti ha approvato un accordo che consentirà di semplificare le procedure di autorizzazione dei cosiddetti novel food, cioè gli alimenti del futuro.
Tra questi ci sono cavallette, bruchi, alcuni tipi di alghe e scorpioni. Sembra (perché in realtà è proprio così) che ci prendano in giro. Un paio di giorni fa l’Organizzazione mondiale della sanità tuonava contro gli insaccati e la carne rossa, ed ecco che ora arrivano i sostituti. Dimenticatevi la fiorentina, sapete che vi ci vuole? Un bel prosciutto di scorpione, la bresaola di cavalletta e magari due vermi alla valdostana: questi sì che son piatti buoni e soprattutto salutari. Il problema è, purtroppo, che c’è ben poco da scherzare. L’idea di mangiare insetti è un’aberrazione non in virtù del ribrezzo che può suscitare trovarsi zampette e antennine nel piatto. Ciò che deve spaventare è il tipo di futuro che vogliono costruire l’Europa, l’Oms e organismi internazionali come la Fao (quella che organizza meeting contro la fame nel mondo in cui si pasteggia a champagne e piatti gourmet, mica a scorpioni). Già nel2008 quest’ultima organizzazione spiegava che contengono proteine, dopotutto. E infatti in alcuni Paesi (specie quelli in cui c’è poco da mettere in tavola) vengono già consumati. Ora anche l’Ue si accoda alla promozione del nuovo cibo, previa approvazione dell’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare. Da un lato, dunque, ci viene sconsigliato di mangiare carne in quanto. Dall’altro ci vengono decantate le qualità nutritive degli insetti. Eci viene spiegato che, in un mondo sempre più popolato, non sarà possibile per tutti accedere alle proteine animali. In pratica, stanno costruendounpianetadipoveri, dibruti consumatori di proteine che non potendosi permettere una bistecca devonoabituarsiall’ideadi ingurgitare vermi. Oppure soia, magari geneticamente modificata. O, ancora, cibi sintetici provenienti dai cosiddetti nanomateriali. E persino alimenti derivati da animali clonati. Ieri il Parlamento ha spalancato le porte anche a questo genere di prodotti, per lo meno discutibili e senz’altro meno naturali di un salame del contadino.
È evidente che l’Organizzazione mondiale della sanità e l’Ue rispondono alle stesse logiche, e agli stessi interessi. Fanno terrorismo sui salumi, così le aziende italiane, i piccoli e grandi allevatori – per non parlare dei bottegai – possono tranquillamente andare in rovina. Nel frattempo, favoriscono la diffusione di alimenti artificiali per vegetariani, commercializzati dalle stesse multinazionali che gli attivisti verdi vogliono combattere. In aggiunta, ecco pronto lo sformato di scarafaggio per chi non volesse rassegnarsi a mangiare soltanto tofu. O per chiunque non potesse permettersi di spendere una barca di soldi per acquistare cibi veg. Almeno fino a quando non spunterà qualche combattente per i diritti dello scarrafone, o un difensore delle cavallette da batteria.
A quel punto, per garantire il rispetto della vita saremo costretti a brucare soltanto erba. E diverremo finalmente i perfetti cittadini della Ue: vacche che i burocrati possono mungere o divorare. Tanto loro non hanno problemi di colesterolo.
Libero – 29 ottobre 2015