Il Servizio veterinario della Asl 5 e del Corpo Forestale e di vigilanza di Oristano hanno attivato un piano di monitoraggio e di verifica nell’Oristanese per contrastare la peste suina africana. Secondo la Asl e la Forestale l’incidenza della malattia e i danni che produce, sia sotto l’aspetto sanitario, sia sotto l’aspetto economico e di immagine per l’Isola e per gli allevatori rispettosi delle norme, non può essere infatti ulteriormente tollerato.
«Il personale Forestale, oltre all’ormai consueta vigilanza sul pascolo brado e semibrado – si legge in una nota stampa diffusa dalle due amministrazioni – supporterà i veterinari della Asl nei controlli degli allevamenti illegali di suini. Sono state, inoltre, avviate da qualche giorno anche le attività di accertamento in tutta la provincia di Oristano finalizzate ad individuare la presenza di allevamenti non censiti. Eventuali allevamento non in regola verranno quindi segnalati sia alla che al Servizio di prevenzione dell’assessorato regionale alla Sanità. Il servizio veterinario provvederà successivamente ad assegnare un termine per la regolarizzazione dell’allevamento e ad applicare eventuali sanzioni in caso di inottemperanza». Secondo il responsabile del servizio veterinario della Asl 5, il dottor Antonio Montisci, è possibile regolarizzare eventuali allevamenti esistenti a condizione che i proprietari possano dimostrare che i suini provengano da allevamenti autorizzati, risultino sani alla visita clinica e sieronegativi al prelievo sierologico. Oltre agli allevamenti per scopi commerciali possono essere regolarizzati anche gli allevamenti per consumo domestico per i quali la legge consente la detenzione di un massimo di quattro suini per allevatore. «Le sanzioni per chi non è in regola sono piuttosto dure – ha spiegato il dirigente dell’Ispettorato della forestale di Oristano, Maria Piera Giannasi –. L’abbattimento dei suini non denunciati conformi alle normative verranno sanzionati con ammende che vanno dai 5mila a 30mila euro. È prevista una ulteriore sanzioni da 150 a 600 Euro per ogni capo non regolarmente identificato. Rinnoviamo l’invito agli allevatori che non abbiano ancora provveduto a mettersi in regola – ha concluso la dottoressa Gianasi – , che è dunque quello di informarsi presso i veterinari della Asl al fine di legittimare l’allevamento».
3 dicembre 2012