Il ministero dà il via libera alla modifica delle regole nella gestione di orsi problematici e apre uno spiraglio sulla questione della riduzione del numero di plantigradi. È stato una mezza vittoria quella portata a casa dalla delegazione trentina guidata da Ugo Rossi, che ieri ha incontrato a Roma il ministro dell’ambiente, Gian Luca Galletti. Il ministro ha accettato, infatti, di cambiare le regole di gestione nei casi di orsi problematici. Il presidente della Provincia, assieme all’assessore Michele Dallapiccola, è anche riuscito a portare il nodo del tetto al numero di orsi all’attenzione del ministro, che ha deciso di aprire un tavolo di confronto con le regioni interessate dal progetto per capire come rendere più equilibrata la distribuzione nell’arco alpino. La delegazione trentina ha anche informato il ministro dell’identificazione, avvenuta ieri, dell’orso responsabile dell’aggressione di mercoledì scorso.
Tra le principali richieste al ministero su cui Rossi si batte dall’anno scorso c’è quella della modifica delle regole di intervento per la gestione dei casi di orsi pericolosi.
«Dopo Daniza — spiega Rossi — abbiamo avviato un dialogo col ministero per cercare di cambiare le regole di gestione dei casi critici. Questione che è stata poi abbandonata. Oggi (ieri , ndr) il ministro Galletti ha dato la sua disponibilità a riprenderla in mano in modo da giungere ad una modifica della regole che renda più flessibile per la Provincia la gestione dei casi critici». Sulla modifica di queste regole, contenute nel Piano d’azione interregionale «Pacobace», si inizierà a lavorare immediatamente.
Ci vorrà più tempo, invece, per trovare una soluzione all’altra questione su cui Rossi si sta battendo dal momento dell’aggressione della scorsa settimana. Ovvero il tetto al numero di orsi presenti in Trentino. «Il secondo tema al centro dell’incontro col ministro — racconta il presidente — è stato quello più strutturale della difformità, in termini di numero di orsi, tra le diverse province che fanno parte del progetto. La concentrazione di orsi in una determinata zona del Trentino rispetto al resto dell’arco alpino non rispecchia la mission originale del progetto. Il ministro ha accettato, quindi, di discutere la questione aprendo un tavolo permanente coordinato dallo stesso ministero, al quale parteciperanno le regioni interessate dal progetto. Il fine è quello di garantire una più equilibrata distribuzione degli orsi». Si provvederà, quindi, allo spostamento di alcuni esemplari dal Trentino? Una domanda di fronte alla quale Rossi si abbottona: «Non si trovano soluzioni sulla base di sensazioni, la risposta la troveranno gli esperti».
Nel frattempo, l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) è riuscita ad identificare l’orso responsabile dell’aggressione a Wladimir Molinari grazie ai test sui campioni organici rinvenuti nel luogo dello scontro. Il «colpevole» è l’esemplare KJ2, una femmina di circa 12 anni, nata da Kirka e Joze. L’identificazione dovrebbe consentire, adesso, la cattura dell’orso. (Francesco Cargnelutti)
Cartelli anti-plantigrado, dissidi nella Sat Carè Alto, il presidente parla di «progetto fallimentare»
La polemica sull’orso ora divide anche la Sat. Matteo Motter, presidente della sezione Sat Carè Alto, ha infatti postato ieri su Facebook una dichiarazione in cui avverte che «cartelli relativi all’orso trovati sulla segnaletica della Sat Carè Alto verranno rimossi immediatamente». Le critiche non si sono fatte attendere.
La sezione, si legge nel post di Motter (velocemente rimosso), «non vuole rendersi partecipe di un progetto fallimentare e molto discutibile. Non è con dei semplici cartelli che si risolve il problema». Motter ha poi spiegato che si trattava di una provocazione e che la sua intenzione è di tutelare il lavoro dei volontari della Sat: «Già in seguito al caso Daniza avevamo fatto una spiacevole scoperta: la segnaletica della Sat su cui erano stati messi cartelli con le norme di comportamento in caso di incontro con l’orso era stata divelta e fatta a pezzi». il presidente della sezione Carè Alto chiede, dunque, che si installi la segnaletica dell’orso «su cartelli ad hoc».
Motter ha dichiarato di essere consapevole che «i cartelli non sono la soluzione» e che è necessaria un’opera di «formazione e informazione sulla cittadinanza, che finora la Provincia ha disertato». Tuttavia permangono nel presidente delle perplessità riguardo la segnaletica informativa per i turisti: «Una famiglia arriva qui in vacanza — riflette — attratta dalla pubblicità che facciamo sulla bellezza del Trentino e poi si trova cartelli che avvertono della possibilità di incontrare i plantigradi. Possiamo stupirci se quella famiglia rimonta in macchina e se ne va, spaventata?». L’ultima considerazione di Motter è sul progetto Life Ursus in generale. Si chiede, infatti, se alla luce dei recenti episodi «possiamo davvero dire che la gente sia preparata e sappia gestire la convivenza?». «Sono pro-orso, sia chiaro, ma Cadine non è montagna, è un sobborgo di Trento. Dobbiamo mettere i cartelli anche nei parchi giochi?» conclude.
La Sat e altri appassionati di montagna iscritti ad altre sezioni prendono tuttavia le distanze dalle considerazioni di Motter. Le dichiarazioni sono fimate dal presidente della sezione, ma molti contestano che «se vuole esprimersi come Matteo Motter può postare sul proprio profilo. Non è legittimato a parlare a nome della sezione». Alcuni chiedono che la sezione rispetti la linea della Sat centrale. Altri, infine, sono meno diplomatici: «Faccio parte di un’altra sezione Sat, ma se fossi iscritto alla vostra strapperei la tessera». (Fabio Parola)
Il Corriere del Trentino – 17 giugno 2015